Gran Premio di Azerbaigian, 4/a tappa del Mondiale di Formula 1 2019. Analizziamo quanto accaduto sul circuito cittadino di Baku con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a “7 marce”.
Viaggia in 7/a marcia, Valtteri Bottas – Nelle prime tre gare vi erano state le avvisaglie, in Azerbaigian c’è stata l’assoluta conferma. Il finlandese lotterà per il titolo mondiale fino alla fine. La pole position presa di forza il sabato, la coriacea partenza della domenica, la resistenza al ritorno di Hamilton in cui vi è stato un mix di caparbietà e di fortuna (vedasi la Williams di Russell da doppiare apparsa al momento opportuno). Insomma, Bottas c’è. Lo scorso anno qualcuno per dileggiarlo lo chiamava “maggiordomo” di Hamilton. Questo qualcuno ora deve cambiare soprannome. Da “maggiordomo” a mai domo.
Viaggia in 6/a marcia, Lewis Hamilton – Prima della partenza del Mondiale di Formula 1 dall’Australia, sapeva che sarebbe stata dura la strada verso il suo sesto Mondiale. Ma difficilmente sapeva che il suo primo avversario l’avrebbe avuto in casa Mercedes e non in Ferrari o Red Bull. Bottas quest’anno non sarà un compagno fedele, ma primo avversario. Ma per uno che ha “domato” Alonso, Rosberg e Vettel non sarà cert un problema.
Viaggia in 5/a marcia, Sergio Pérez – Checo sta mano a mano migliorando i piazzamenti nel suo 2019. 13/o in Australia, 10/a in Bahrain, 8/o in Cina e 6/o in Azerbaigian. Il suo compagno di squadra Stroll sempre dietro nelle qualifiche e (quasi) sempre dietro in gara. Pérez si conferma una garanzia per la conquista del titolo degli “altri”, vale a dire dei piloti che non guidano per i soliti 3 top team.
Viaggia in 4/a marcia, la McLaren – La scuderia di Woking sta disputando un campionato dall’andamento oscillante. Questo era un Gran Premio “up” e infatti le due vetture inglesi hanno entrambe conquistato punti ed entrambe hanno raggiunto la top 10 in qualifica. Dovesse la McLaren scendere dall’ottovolante, l’obiettivo del quarto posto costruttori attualmente occupato potrebbe essere raggiunto.
Viaggia in 3/a marcia, la Ferrari – In Australia non si sapeva perché la Rossa fosse così lenta, in Bahrain fine settimana dominato ma risultato saltato per il problema al motore di Leclerc. In Cina e in Azerbaigian, invece, sconfitte nette senza attenuanti. Il brutto è che sono avvenute su due circuiti dalle caratteristiche diametralmente opposte, velocissimo a Shanghai e cittadino a Baku. Sarà un po’ di inesperienza (vedi l’incidente di Leclerc nelle qualifiche), sarà che nei test la Mercedes abbia bluffato. Sarà quel che sarà, ma a Maranello devono lavorare alacremente per ridurre il distacco. Il medico deve studiare, sperando che l’ammalato Mondiale non sia già morto.
Viaggia in 2/a marcia, la Haas – Terzo ritiro su quattro gare per Grosjean, Magnussen che dopo il sesto posto iniziale in Australia non sta andando oltre il tredicesimo posto. Scarsamente competitiva per tutto il fine settimana, con McLaren e Racing Point che stanno viaggiando di buona lena, la stagione della scuderia statunitense rischia seriamente di scivolare nell’anonimato se non viene prodotta una sterzata.
Viaggia in 1/a marcia, la Renault – Doveva essere la stagione della svolta. Potrebbe ancora esserlo. Ma bisogna darsi una svegliata, perché in Azerbaigian le vetture francesi sono letteralmente sparite dai radar, con Ricciardo ancora in piena fase di rodaggio e un Hülkenberg nettamente involuto. Un caso per la presenza di un circuito cittadino? Lo vedremo in Spagna, a Barcellona.