Dal nostro inviato a Lugano (CH).
Celestini lo aveva detto nelle scorse settimane: “Arriverà la vittoria, e a quel punto tutti questi pareggi avranno un senso.” Ieri sera i tre punti targati Ticino sono finalmente arrivati: a salutarli, oltre 4.000 spettatori (tanti anche da Zurigo, a dire il vero), che si sono divertiti (perlomeno i tifosi della squadra di casa).
È stato un bel Lugano, infatti. Non è stata facile, come potrebbe far pensare il risultato (due gol sono arrivati nel finale). I bianconeri hanno infatti sofferto, a metà ripresa, la fisicità e la voglia degli avversari. Però hanno loro concesso pochissimo a livello di occasioni da rete, e sono stati bravi a ripartire, facendo davvero male ai tigurini.
Il tecnico non ha sbagliato nulla, e anche i cambi gli hanno dato ragione: Brlek ha segnato, Mihajlović ha messo lo zampino nel secondo gol e ha offerto una buona prova, Bottani ha perso qualche pallone, ma ha fatto ciò che gli era stato chiesto, e ha lanciato in porta Junior per il terzo centro della serata. In definitiva, gli undici di partenza hanno fatto il loro, e i subentranti hanno completato l’opera.
Baumann è apparso recuperato, a parte qualche sbavatura, e la difesa a tre con gli esterni pronti ad abbassarsi ha chiuso bene. Lavanchy, in particolare, con questo schema di gioco, si sta rivelando un interprete importante.
La forza di Celestini, però, è quella di avere portato la concorrenza all’interno del gruppo. Alla domanda di Paolo Laurenti della RSI, che gli ha chiesto se quello di ieri sera alla partenza fosse il suo undici definitivo, ha infatti risposto di no: gioca chi in quel momento sta meglio.
La cosa funziona: persone vicine alla dirigenza del club ci dicevano che diversi elementi hanno reagito nel modo giusto, e prova ne sono le prestazioni di alcuni ex titolari inamovibili al rientro, o da subentranti dalla panchina. Ieri è stato il turno di Čovilo di rimanere in tribuna: la lista delle formazioni lo dava per infortunato. Tuttavia, avrà avuto modo di caricarsi per i prossimi impegni: la certezza del posto non c’è per nessuno.
I bianconeri, come dicevamo, hanno avuto anche qualche momento di difficoltà: ci stava, contro uno Zurigo che ha comunque dalla sua una grande forza fisica, e qualche elemento che sa piazzare dei colpi di un certo livello.
La squadra ha però tenuto, come scrivevamo sopra, fisicamente e, soprattutto, mentalmente, facendo il suo gioco, senza buttare via palloni. E tutto questo ha pagato: il secondo e il terzo gol, che hanno affondato definitivamente le velleità dei tigurini, sono nati da due belle trama offensive, che hanno evidenziato anche la capacità di correre e di smarcarsi, nonostante si fosse a fine partita.
Soddisfazione dei protagonisti, a fine partita. Marić evidenziava il carattere del gruppo: “Il lungo periodo senza vittorie poteva farci entrare in un pericoloso tunnel psicologico. Invece siamo rimasti uniti e positivi, c’abbiamo creduto, e questa sera abbiamo dimostrato di esserci. Vogliamo andare avanti su questa squadra: ora andiamo a Berna, sappiamo che sarà difficilissima, ma vogliamo continuare su questa strada.”
Il presidente Renzetti: “Sono felice, la vittoria doveva arrivare, viste le prestazioni degli ultimi tempi: del resto, non perdiamo da tanto, l’ultima volta è stata con lo Young Boys, e ci ricordiamo tutti come. Abbiamo messo in campo tanta qualità, come non ne abbiamo mai avuta: a fine partita, con Bottani e Brlek in campo, ogni ripartenza era uno spettacolo. Finora, nel gioco, non ci mette sotto nessuno: merito anche della difesa che, schierata così, dà sicurezza e, soprattutto, prende pochi gol. Tra l’altro, mettendoci a 3 dietro, abbiamo tante opzioni: oltre a quelli in campo stasera, abbiamo cambi all’altezza. Il resto della stagione? È un pezzo che dico che arriveremo quarti, no?”
Morale alle stelle, dunque. La squadra ha infilato un filotto senza sconfitte come mai le era accaduto dal ritorno nella massima serie, e la fiducia è d’obbligo. Per la prima volta si trova anche ad avere azzerato la differenza reti (sono solo le prime tre in classifica ad essere in positivo in questa graduatoria). I numeri, insomma, al di là del quarto posto provvisorio in classifica, in attese dei risultati delle altre, dicono che l’Europa è un obbiettivo possibile.
Le pretendenti sono molte, e attrezzate. Però i ticinesi, in questo girone di ritorno, stanno mostrando quella continuità di risultati che è la base, in Svizzera, per ottenere dei buoni piazzamenti in classifica. Di sicuro, il Pres ha dimostrato di avere indovinato anche stavolta, con la mossa Celestini. Chissà se, anche a livello di pronostici, riuscirà ad azzeccare le previsioni.
C’è infatti l’incognita della Coppa (se dovessero vincere Basilea o Thun l’accesso sarebbe aperto anche alla quinta classificata, con la situazione attuale della graduatoria), e poi c’è la grana del Sion il quale, salvo sentenza favorevole del TAS, è fuori dalle Coppe per via del FPF. Insomma, sognare non costa nulla. E fa bene alla salute di tutti.