Esclusiva – Gilardino tra passato, presente e futuro
Alberto Gilardino, campione del mondo nel 2006 e fresco allenatore del Rezzato in Serie D, ha concesso ai nostro microfoni un’interessante intervista.
Prima di tutto come sta andando la sua prima esperienza da allenatore?
Direi bene, a tratti anche al di là delle aspettative…è stato tutto molto rapido e sto affrontando questa nuova esperienza con grande impegno e applicazione, cercando di essere quotidianamente all’altezza della sfida.
Il Rezzato è molto ambizioso, ma con Como e Mantova è dura salire. Pensa che in un paio di stagione può essere un obiettivo alla portata?
Mi sono imposto di lavorare giorno per giorno fino a fine stagione per continuare il nostro percorso di crescita, quello che posso dire è che la squadra sta rispondendo molto positivamente e i risultati ne sono la conseguenza. Ho molta fiducia nei miei giocatori e penso che qualitativamente la rosa non sia inferiore a nessuna squadra del girone. Oggi abbiamo chiari i nostri traguardi da raggiungere: terzo posto in campionato e finale playoff. Poi a fine maggio la proprietà definirà le strategie e gli obiettivi per il prossimo campionato.
Quagliarella ha solo un anno in meno di lei e sta vivendo una seconda giovinezza; ha qualche rimpianto di aver forse smesso troppo presto?
Faccio i miei complimenti a Fabio perché non è per niente facile mantenersi così a lungo al top della forma ed essere ancora determinante, ma personalmente non ho rimpianti. Ognuno deve valutare il momento di smettere ascoltando le proprie sensazioni fisiche e motivazionali.
Lei ha vestito molte maglie di Serie A segnando ovunque: chi è secondo lei il bomber più forte del nostro campionato?
Se togliamo Ronaldo, direi che Piątek ha tutte le caratteristiche per confermarsi un grande bomber e quest’anno è stato il più determinante.
Lei è ormai da qualche mese a Rezzato, in provincia di Brescia. Cosa ne pensa della squadra di Corin, a un passo dalla promozione in Serie A? La segue spesso?
Seguo tutta la cadetteria con grande attenzione, il Brescia ha una rosa ben allestita con un reparto offensivo di grande qualità e affidabilità sul quale sta costruendo la sua corsa alla Serie A.
Qual è il suo ricordo più bello e più brutto durante la sua carriera? Ha perdonato Trapattoni per la mancata convocazione nel 2004?
Ho tanti ricordi belli e qualche ricordo brutto, ma la carriera scorre come un fiume in piena e ci vuole tempo per analizzare e isolare i singoli momenti…risponderò a questa domanda tra qualche anno. In generale sono una persona che non porta rancore. Trapattoni nel 2004 ha fatto le sue scelte, oggi più di ieri capisco quanto un allenatore debba sempre decidere in base ad una molteplicità di variabili seguendo le proprie idee di calcio, e non sempre si può comprendere tutto dall’esterno.
Un ultimo spunto sul campionato: corsa Champions e lotta salvezza. Chi vede messo meglio?
Per la Champions vedo il Napoli con le due milanesi, ma occhio a Lazio, Roma e Atalanta che si faranno trovare pronte in caso di passi falsi. Per la salvezza credo che il Frosinone abbia trovato troppo tardi qualche risultato positivo che poteva rimetterlo in corsa, quindi sarà una lotta all’ultimo respiro che potrà coinvolgere anche qualche squadra che in questo momento naviga in acque apparentemente tranquille.