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Pesi e Lotta, un’atletica pesante…di medaglie italiane

L’atletica leggera la conosciamo tutti. Si tratta della disciplina che è la Regina degli sport olimpici e che raggruppa corsa su pista, salti, lanci, getti (del peso), corsa e marcia su strada e fuoristrada. Quel che pochi sanno è perché al sostantivo “atletica” venga associato l’aggettivo “leggera”. Per un semplice motivo, la distinzione dall’atletica “pesante”.

Fino agli anni Settanta, infatti, in Italia lotta, arti marziali e sollevamento pesi erano tutte governate dalla Federazione Italiana Atletica Pesante, la F.I.A.P. Questa dicitura era presa pari pari dalla distinzione stabilita dagli antichi Greci che individuavano in “leggera” corsa e soci e in “pesante” gli sport da combattimento e di sollevamento. Poi la F.I.A.P è diventata F.I.J.L.K.A.M (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali), poiché il sollevamento pesi è andato dal 2000 sotto l’egida della F.I.P.C.F (Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica), divenuta poi nel 2011 F.I.PE (Federazione Italiana Pesistica)

Nei giorni scorsi, però, sollevamento pesi e lotta sono tornate, in un certo qual modo, a essere unite e a formare una sorta di atletica “Pesante”. Nel senso di “carica” di medaglie europee. Questo perché nelle recenti rassegne continentali svoltesi quasi in contemporanea, l’Italia del sollevamento pesi e della lotta si è fatta ben valere.

I pesisti azzurri sono tornati da Batumi (Georgia) con le valigie contenenti 5 medaglie d’oro, 2 d’argento e 3 di bronzo. A far la parte del leone sono stati Mirco Scarantino e Antonino Pizzolato. Il primo ha portato a tre i suoi allori continentali grazie alla doppietta strappo più totale nella categoria 55 kg (con in aggiunta l’argento nello slancio), il secondo ha riscattato una brutta vicenda che lo aveva visto protagonista un anno fa riuscendo a conquistare la doppietta nello slancio più totale negli 81 kg. A completare la festa azzurra, il titolo europeo nello strappo categoria 90 kg donne di Lucrezia Magistris.

Il bottino azzurro è rimpinguato dal bronzo di Mirco Zanni nello strappo 67 kg e dalle “Giorgie”: la Russo è d’argento nello slancio e bronzo nel totale nei 49 kg e la Bordignon è bronzo nello strappo 64 kg.

Sorride anche l’Ital-lotta. Agli Europei di Bucarest sono arrivate tre medaglie, una per metallo. Che possiamo etichettare come la “storica”, la “sorprendente”, la “riscattante”. Storica è la medaglia d’oro di Frank Chamizo. Non perché l’azzurro di origine cubana non fosse tra i favoriti, anzi. Ma perché il faro della Nazionale italiano fa suo il suo terzo titolo continentale in tre categorie diverse. In Romania, Chamizo è diventato campione europeo dei 74 kg, un alloro che si aggiunge ai successi nei 65 kg a Riga 2016 e nei 70 kg a Novi Sad 2017. Nessuno, prima di lui, aveva vinto tre titoli europei in tre categorie diverse. Una caratteristica che porta Chamizo dritto dritto nella storia di questa disciplina, sebbene lui desideri a Tokyo entrare nell’Olimpo.

Poi la “sorprendente”, che ha le fattezze di Aurora Campagna. La savonese conquista un inaspettato quanto bellissimo argento nei 62 kg. Ventenne, un bronzo ai Mondiali Juniores dello scorso anno, la Campagna si è arresa solamente alla campionessa europea e mondiale in carica, la bulgara Tajbe Yusein, ma nel suo percorso ha comunque portato a casa “scalpi” illustri. Come quello dell’ungherese Marianna Sastin, 9 medaglie tra Mondiali e Europei.

Anche qui l’orizzonte è Tokyo 2020, sebbene la lotta azzurra al femminile aspetta ottobre, quando a San Diego si terranno i primi World Beach Games dove una delle favoritissime al titolo è Francesca Indelicato (la “Franny Nazionale” era presente anche a Bucarest nei 57 kg ma è stata sfortunata nel sorteggio, uscendo al primo turno contro la fortissima ucraina Kit – poi argento – e perdendo al ripescaggio contro la francese Riviere).

Infine, la “riscattante”: il bronzo di Daigoro Timoncini nella lotta greco-romana. A 33 anni, dopo stagioni di onorata carriera e due Giochi Olimpici, Pechino 2008 e Londra 2012, alle spalle, è arrivato finalmente il primo riconoscimento internazionale. Una medaglia che riscatta sicuramente tanti giorni, mesi e anni di duro lavoro e di sacrifici. Una medaglia che però Timoncini ha tutte le intenzioni di non renderla “alla carriera”, perché anche per lui vi è il pensiero di Tokyo in mente.

Una volta si diceva “atletica pesante”. Noi speriamo che si possa continuare a utilizzare questa dicitura. Aggiungendo, per le ragazze e i ragazzi del sollevamento pesi e della lotta, due piccole ma significative parole: “di medaglie”.