Inchiesta – Il terzo mondo del calcio (raccontato in foto)
Per un secondo, spegniamo i riflettori che illuminano quelle arene moderne che sono oggi San Siro, Juventus Stadium, Olimpico, Dacia Arena. Allontaniamoci da quel mondo scintillante, perfettamente costruito a misura di spettacolo che le televisioni di tutto il mondo portano nelle case degli italiani ogni week-end. Scendiamo in basso, per una volta anche più a fondo di quella Serie C di cui tanto si è parlato (giustamente, pur senza grandi soluzioni finora) in questi ultimi anni. E si arriva così in quel mondo immenso, ricco di sfumature (con pochi colori chiari e tanti scuri) e storie che, il più delle volte, hanno riguardato i nostri amici, parenti o noi in primis: quello del calcio dilettantistico.
È sotto un unico, grande sistema chiamato Lega Nazionale Dilettanti che oggi si concentrano la maggior parte delle squadre e partite del calcio italiano ogni fine settimana. Dalle nobilidecadute dal calcio professionistico alle squadre del nostro quartiere, dalla Serie D al punto più basso del nostro calcio, la Terza Categoria. È il mondo in cui forse anche noi ci siamo trovati immersi come calciatori, dirigenti o arbitri una volta nella vita. Lo conosciamo tutti, insomma, perché è a portata di mano, a volte a pochi chilometri da noi, ma non se ne parla mai per davvero, se non per pubblicizzare con qualche filmato amatoriale gli episodi più bizzarri avvenuti nel week-end.
Dei dilettanti, insomma, se ne scrive solo per riderci su oppure per fare vuoti e retorici discorsi sulla bellezza di giocare per la squadra del proprio paese. E, invece, ci sarebbe ben poco da sorridere. Perché le testimonianze visive e fotografiche e i racconti dei protagonisti dipingono questo mondo come un viaggio in un girone infernale, un vero e proprio “terzo mondo” del calcio. Ci mostrano, anche attraverso lo scandaloso report fotografico che abbiamo raccolto, che in tutta Italia, da Nord a Sud, ogni week-end un enorme numero di squadre si ritrova a dover giocare a calcio in condizioni nemmeno lontanamente definibili come dignitose, nel silenzio più totale delle federazioni.
Spogliatoi e strutture che cadono a pezzi e senza alcun rispetto di minime norme di sicurezza e pulizia, terreni di gioco disastrosi, intimidazioni a società e dirigenti, violenze su calciatori, staff e arbitri. Succede tutto sotto i nostri occhi, anche quando a raccontarcelo sono i referti dei Giudici Sportivi, macchiati di vergogna e a volte anche di sangue. Ma per il nostro sistema calcio, per i responsabili delle federazioni nazionali e dilettantistiche vige soltanto un principio: andare avanti con i campionati, stagione dopo stagione, sempre e comunque, perché la giostra deve continuare a girare anche a costo di perdere pezzi.
I pezzi, in questo caso, siamo tutti noi, dagli adolescenti ai padri di famiglia. E il nostro unico scopo, agli occhi di chi dovrebbe garantire la nostra sicurezza, è continuare a far funzionare il giocattolo. Vincere campionati, ottenere promozioni o essere condannati a retrocessioni, fare playoff e playout da dentro o fuori. Non importa come e con che risultati. Conta solo andare avanti e arrivare soddisfatti a ridosso dell’estate e auto convincersi del successo di una nuova stagione arrivata a termine.
Le soluzioni a disposizione dei responsabili regionali della LND e delle Federazioni sarebbero tante. Dai maggiori controlli alle strutture a interventi concreti per tutelare i ragazzi, che in queste condizioni rischiano continuamente la propria salute, fino al divieto di giocare su alcuni campi. Dovrebbero essere soltanto belle giornate di sport, ma questo clima lo rende qualcosa di ben più pericoloso e demotivante, perché questo sistema calcistico lascia oggi tutti a spasso. Le eccezioni (che esistono e restano certamente da applaudire) possono continuare a rimanere poche isole felici, con strutture adeguate e rispettose almeno della dignità dei protagonisti di queste partite. Tutti gli altri restano immersi in condizioni che, con il calcio, non hanno nulla a che fare.
La stagione sta ormai per volgere al termine, con tutte le relative sentenze che arriveranno dai campi di tutta Italia. Si sta per chiudere l’ennesimo ciclo in cui poco e nulla è cambiato rispetto al passato e tra qualche mese ne inizierà uno nuovo. Si va avanti, perché deve rimanere in piedi l’illusione che tutte le categorie possano muoversi con lo stesso moto perpetuo, senza troppi intoppi. E se dal basso di questo inferno dovesse arrivare qualche grido, basterà alzare il volume della televisione durante la Serie A, ripetendosi soddisfatti: anche questa stagione è andata.
Se anche tu sei stato testimone di episodi simili e hai fotografie, inviacele a info@mondosportivo.it oppure alla nostra pagina Facebook.