“Il solito, grazie”. Ronaldo, ormai, è chiedere da bere al bar dove vai sempre: scende in campo lui, e segna. Il solito, grazie. Cioè, un gol, in qualsiasi stadio giochi. In Olanda, CR7 ha timbrato ancora, di testa, piegando le mani del portiere. Il cross, una pennellata di Cancelo; lo stacco, sublime. Il gol, fondamentale in vista della gara di ritorno.
Juventus a due facce, quella vista ad Amsterdam. Reattiva sì, esteticamente non avvenente, concreta il giusto, a volte timida. Rugani, buona prestazione; si sono comunque sentite le assenze di Chiellini e Barzagli, più che altro in termini mentali: dietro, soprattutto quando l’Ajax innescava i velocisti, la Signora non è sembrata solidissima, sulle gambe. Bentancur ha provato a rispondere con velocità alla velocità, Douglas Costa era in modalità “freccia su” (gli amanti di PES apprezzeranno), Allegri ha osservato, urlato, sistemato, studiato. Al ritorno, allo Stadium, si avrà bisogno di tutt’altro tipo di convinzione.
Ajax: la partita che doveva fare. Collettivo compatto e dinamico, de Jong play da applausi, e là davanti, signori: David Neres. Il talento scuola São Paulo ha regalato una prestazione da applausi, e un gol da standing ovation: palla rubata, velocità, conclusione decisa, sul secondo palo. Giù il cappello, per un calciatore che a 22 anni è a un passo dall’entrare nella top ten mondiale. Apparso opaco Ziyech: tanti palloni giocati, pochi trasformati in utili. Tanti tiri, pochi veramente insidiosi.
Uno a uno, dunque. Risultato che lascia tutto aperto. Era importante segnare, la Juventus lo ha fatto. Allo Stadium, sbagliato sentirsi al sicuro: l’Ajax ha segnato quattro gol al Real, al Santiago Bernabeu, se lo ricordino tutti. Squadra giovane, frizzante, ambiziosa: servirà tutta la classe e l’esperienza della Signora, per imporsi, per segnare, per proseguire un cammino in Champions che quest’anno può davvero arrivare #finoallafine.