Se si escludono le prime due e l’ultima della classe, vale a dire Juventus, Napoli e ChievoVerona che – a meno di cataclismi – chiuderanno la stagione nella posizione dove si trovano attualmente, tutto si può dire che la Serie A versione 2018/2019 sia noiosa. Le ultime sette giornate saranno palcoscenico di due recite che si svilupperanno in contemporanea. La prima riguarda la lotta per non retrocedere e la seconda la battaglia per la qualificazione alle prossime Coppe Europee.
Sì, avete letto bene, qualificazione alle prossime Coppe Europee e non bagarre per andare in Champions League e/o competizione per centrare i posti per la prossima Europa League. In questo momento storico, infatti, la sovrapposizione tra le due “battaglie sportive” è talmente evidente che non è possibile separare i campi. Cinque squadre in tre punti, che per adesso si spartiscono i posti della graduatoria che vanno dal quarto all’ottavo: Milan e Atalanta a quota 52 (con i rossoneri avanti per il discorso relativo agli scontri diretti), Roma a 51, Lazio (sebbene i biancocelesti debbano ancora recuperare la partita in casa con l’Udinese) e Torino a 49. Il tutto a sette giornate dal termine del campionato.
Una situazione che rende facile ipotizzare che per arrivare quinti, ultimo posto utile per garantirsi l’accesso diretto alla prossima Europa League (a netto di ogni discorso relativo alla Coppa Italia) quasi sicuramente occorreranno 65 punti, mentre il quarto posto che spalanca le porte della Champions League dovrebbe essere ottenuto a 67-68 punti.
In casa Atalanta, il tecnico Gasperini giustamente afferma di pensare partita dopo partita. Per la Dea, l’arrivare a giocarsi un posto per la Coppa dalle Grandi Orecchie a sette turni dalla fine del campionato, rappresenta già un importante obiettivo conseguito. L’appetito però – come si sa – vien mangiando e quindi è pressoché sicuro che i neroblu ci proveranno fino a quando la matematica consentirà loro di farlo. Il problema però si chiama calendario in trasferta.
Fuori da Bergamo (e da Reggio Emilia, perché le ultime due gare interne contro Genoa e Sassuolo si disputerenno al «Mapei Stadium» poiché nel frattempo saranno iniziati i lavori per l’ammodernamento dell’«Atleti Azzurri d’Italia»), l’Atalanta dovrà affrontare nell’ordine Napoli, Lazio e Juventus. Tre impegni che definire probanti è quasi un eufemismo. La sfida con i biancocelesti sarà un autentico scontro diretto, mentre saranno comunque molto ostiche le prove con partenopei e bianconeri.
Vero, Napoli e Juventus oramai al campionato devono chiedere poco o nulla e nel caso le due compagini vadano avanti in Europa, avranno ben altro per la testa. Ma è altrettanto vero che difficilmente queste due formazioni possono “sbracare” in casa da lasciare campo libero alla Dea. Morale della favola, impegni europei o meno di Napoli e Juventus, l’Atalanta se li dovrà sudare i punti in queste due trasferte.
Ragion per cui, le quattro sfide interne diventano fondamentali. Non perdiamoci in chiacchiere, se l’Atalanta vorrà centrare l’Europa via campionato, il filotto di vittorie in queste quattro sfide è di un’importanza capitale. Impresa comunque non semplice, soprattutto perché le prime due avversarie di questo poker di partite, Empoli e Udinese, si stanno giocando la permanenza in Serie A e quindi sputeranno sangue – sportivamente parlando – pur di riuscire a strappare punti per loro vitali.
Obiettivo 12 punti casalinghi, da qui al termine del campionato, insomma. Nel caso, la formazione di Gasperini non dovesse fare bottino pieno, le soluzioni sono due: recuperare quanto perso in trasferta oppure portarsi a casa la Coppa Italia, dopo aver preventivamente eliminato la Fiorentina nella semifinale di ritorno del 25 aprile. Due soluzioni dal tasso di difficoltà esponenzialmente alto.
Una volta si diceva che il fattore campo faceva la differenza. L’Atalanta si augura che quell'”una volta” sia per lei di strettissima attualità.