Bianca, Denis e Félix: il nuovo tennis è canadese

C’è un Paese destinato a prendersi la scena del tennis mondiale per molti anni a venire. Stiamo parlando del Canada, che può contare su tre dei talenti più brillanti del primo sport con la racchetta. Bianca Andreescu, Denis Shapovalov e Félix Auger-Aliassime in questo inizio di 2019 infatti hanno confermato in blocco tutte le aspettative create a livello junior ottenendo risultati straordinari per la loro giovane età in un tennis che invece stava fino a poco tempo fa spostando l’asticella sempre più avanti a livello anagrafico.

Partiamo da Bianca Andreescu, nata a Mississauga il 16 giugno del 2000 da genitori rumeni. Dopo una brillante attività junior in cui vince gli Australian Open in singolare e il Roland Garros in doppio, inizia il percorso da professionista. Bianca inizia questo 2019 alla posizione 152 del ranking WTA, ma già ad Auckland e agli Australian Open si capisce come da un momento all’altra la sua esplosività e la sua tenacia avrebbero potuto farle fare il salto di qualità. Cosa che avviene nel torneo di Indian Wells di marzo, in cui Bianca riceve una wild card e vola fino alla vittoria del titolo battendo giocatrici del calibro di Muguruza, Svitolina e Kerber (la spagnola e la tedesca ricordiamo vincitrici di cinque Slam in due). Andreescu col successo in California raggiunge la posizione numero 23 apprestandosi così a vivere una stagione da assoluta protagonista nel circuito WTA.

Passiamo ora a Denis Shapovalov, nato a Tel Aviv nel 1999 da genitori russi. Allenato fina dalle prime battute dalla madre ex giocatrice, la famiglia si trasferisce a Toronto quando Denis ha sei mesi. Nel 2016 vince Wimbledon junior battendo in finale De Minaur e un anno dopo è già grande protagonista tra i “grandi” con l’exploit di Toronto: dopo aver ricevuto una wild card infatti, batte Nadal spingendosi poi fino alla semifinale persa contro Zverev ed entrando nei primi cinquanta del Mondo. Dopo un 2018 altalenante, quest’anno è iniziato alla grande per Shapovalov, che grazie alla semifinale raggiunta proprio la scorsa notte a Miami ritoccherà il suo best ranking salendo al numero 20 della classifica ATP. Mancino, rovescio a una mano e un tennis fatto di accelerazioni spaventose e tanto rischio. È il classico giocatore che se in giornata può battere chiunque, anche se magari potrà ogni tanto incappare in qualche sconfitta sorprendente. Sicuramente dovrà dare il suo meglio questa sera per superare il suo idolo Federer a Miami in semifinale. Sarà il primo incontro tra i due con Shapovalov che ha detto che per lui è il sogno di una vita poter giocare contro lo svizzero in una semifinale di un torneo così importante.

Il Canada può contare però non solo su un giovane giocatore fortissimo, ma addirittura su due. Dopo l’esplosione di febbraio sulla terra rossa con al finale a Rio de Janeiro e i quarti di finale a São Paulo, Félix Auger-Aliassime ha riscritto i record arrivando alla semifinale a Miami (affronterà il campione in carica Isner) con un clamoroso record di cinque vittorie e zero sconfitte contro giocatori tra i primi 20 della classifica. Nato a Montréal nel 2000 (l’8 agosto, stesso giorno di Federer) da padre del Togo e madre del Quebec, Félix nelle ultime settimane ha battuto tra Indian Wells e Miami Tsitsipas, Fucsovics, Basilashvili e Ćorić. Da lunedì sarà come minimo al numero 33 del ranking ATP. Auger-Aliassime ha tra le sue qualità più importanti un gioco di gambe già di altissimo livello oltre a una grande solidità e una capacità di giocarsi tutti i punti al massimo tanto nei game di servizio quanto in quelli di risposta. Anche in questo caso comunque stiamo parlando di un giocatore già fortissimo da junior: vinse infatti, come la Andreescu, Les Petit As (il torneo più importante del Mondo a livello Under 14) a quattordici anni, e gli US open junior nel 2016. Ora insieme al suo grande amico Shapovalov è in semifinale in un Master 1000.

Il Canada quindi si appresta a raccogliere tanti titoli sia a livello maschile che a livello femminile nei prossimi quindici anni in uno sport in cui, di fatto, non ha mai avuto grande tradizione. Questo sicuramente grazie a un programma ben studiato fin dall’inizio per questi tre ragazzi dotati di un talento e un atteggiamento fuori dall’ordinario.