Ci stiamo avvicinando a passo spedito verso Wrestlemania. Come da tradizione c’è molta roba ghiotta da trattare. Iniziamo da Raw. In attesa di decifrare il futuro di Dean Ambrose e la gestione di Roman Reigns, al quale mandiamo un enorme abbraccio post guarigione, Seth Rollins si sta preparando alla sfida epica contro Brock Lesnar.
A mio modesto parere l’Architetto dello Shield rappresenta al momento l’unico atleta in grado di battere in maniera credibile e, aggiungo, meritata, il cliente di Paul Heyman. Quando il Mastino ha dichiarato che l’amico si era sobbarcato sulle spalle l’intero Raw negli ultimi mesi, non posso far altro che dargli ragione. Seth ha dato letteralmente il bianco, offrendo qualità e spettacolo in ogni match, ha alzato l’asticella, non si è mai posto limiti, ha trasmesso emozioni al pubblico accettando di correre ogni rischio. Nessuno si meriterebbe più di lui il titolo universale.
Resta nel frattempo lontano dalle cinture Drew Mcintyre, nonostante sia spesso e volentieri inserito nei main event dei taping, o comunque in storyline di livello piuttosto significativo. Bobby Lashley ha riconquistato lo status di campione intercontinentale, ponendo fine a tempo di record al regno di Balor. Finora la loro rivalità non ha coinvolto il pubblico, non ha suscitato alcun interesse tra l’opinione pubblica, senz’altro non per colpa del talento irlandese. Il campione in carica risulta prevedibile e statico sul ring, al microfono non lascia tracce, servirebbe una svolta per garantire nuovamente prestigio e solidità ad un titolo storico in WWE.
Siamo in attesa di conoscere il nome dell’avversario che andrà ad affrontare Kurt Angle nel suo match di ritiro nello show degli immortali Da una parte serve un nome di spicco, all’altezza di un appuntamento così storico per uno dei migliori lottatori saliti sui ring WWE negli ultimi decenni. Dall’altra si può intuire qualche difficoltà nell’individuarlo, in quanto occorre un professionista che possa accettare di farsi schienare da un fenomeno in netta fase calante.
Col senno di poi la carriera di chi ha vinto una medaglia d’oro olimpica con il collo rotto avrebbe dovuto terminare qualche mese / anno fa, fa tristezza vedere un campione del suo calibro arrancare e ricevere sguardi di derisione, o di compassione dagli avversari di turno, è recentemente accaduto con Mcintyre e Gable. Al momento pare che la scelta sia ricaduta su Baron Corbin, una decisione coerente se ci si limita a seguire le recenti storyline, piuttosto deludente se si analizzano molti altri aspetti. Il pubblico si attende altro, vedremo.
Smackdown sta andando avanti quasi esclusivamente con il boicotaggio di Vince ai danni di Kofi Kingston, un canovaccio già visto e rivisto in passato con altri atleti, al quale andrebbe però posto un freno per non rischiare di superare, se non già avvenuto, il limite della credibilità. Kofi strameritava qualche occasione per il titolo massimo in undici anni caratterizzati però dalla conquista di tutte le altre cinture, in questo momento però abbiamo la sensazione di ammirare un super eroe, in grado di sconfiggere cinque, sei avversari nella stessa serata e in più occasioni.
Ricca di fascino la sfida tra AJ Styles e Randy Orton, due campioni, carriere con percorsi molto differenti, la contrapposizione tra la crescita e all’affermazione nelle indy e la formazione in WWE. Già al microfono il duello ha fornito numerosi spunti d’interesse, sul ring ci attendiamo spettacolo autentico. Dopo anni e anni i bookers hanno deciso di turnare face The Miz, tutto merito dell’aggressione operata ai suoi danni da Shane. Ci può stare, anche in considerazione dell’enorme dote del marito di Marise di interpretare al meglio qualsiasi parte ricevuta, oltre al tentativo di offrire un qualcosa di inedito, o almeno apportare un cambiamento rispetto agli ultimi anni di gestione.
Concludiamo con NXT, il quale sta offrendo match semplicemente a cinque stelle. Non è assolutamente una novità, la qualità è però talmente elevata che ci lascia puntualmente a bocca aperta. Il duello Velveteen Dream vs Johnny Gargano con in palio il titolo nord americano rientra almeno nella top ten nell’intera storia dello show; uno spot di tecnica, velocità, resistenza, potenza, caparbietà, acrobazie e continui capovolgimenti di fronte.
Per non parlare del torneo tag – team in memoria di Dusty Rhodes, nel quale il DIY ha regalato perle autentiche, lo stesso possiamo dire di Ricochet – Aleister Black, sempre più a loro agio, come dimostrato anche negli show dei “grandi”. Una citazione particolare al tandem europeo composto da Fabian Aichner e Marcel Barthel, riusciti a tener testa al meglio ad atleti appena promossi nel roster principale e in grado di puntare a breve agli allori di NXT se riusciranno a mantenere tale alchimia di squadra. Mi ha particolarmente impressionato il nostro connazionale, il quale, nonostante il fisico possente che gli consente di tener botta contro big man, strappa applausi a scena aperta con acrobazie sopra la media.
In cinque atleti si sono dati battaglia per aggiudicarsi il titolo di campione reso vacante da Tommaso Ciampa a causa dell’operazione al collo che lo costringerà ad uno stop di almeno sei mesi. Un sincero in bocca al lupo a chi, a mio parere, si è contraddistinto come miglior heel dell’ultimo anno solare, unendo l’elevata caratura della nuova attitude alla tradizionale qualità sul quadrato. Adam Cole vs Johnny Gargano, una sfida da non perdere. Un mio pronostico? Non solo per il possibile aiuto dei compagni, vedo favorito il leader dell’Undisputed Era. Una considerazione dovuta a varie ragioni; Adam non ha ancora conquistato quel titolo, da tempo è atteso al top dello show e vedo Gargano ormai con l’etichetta di qualità eccelsa e poca concretezza. Il perchè? La risposta ai bookers.