Il caso della partita sospesa, a Sion, per lancio di oggetti (petardi) in campo, sta tenendo banco sui giornali elvetici, in particolar modo su quelli della Svizzera interna. L’episodio si aggiunge a ciò che sta accadendo alle Cavallette in una delle stagioni più disgraziate nella loro gloriosa storia, che attraversa ben 3 secoli (il club è stato infatti fondato nel 1886).
Sugli aspetti tecnici della crisi ci siamo già dilungati nelle scorse settimane. A questo giro, però, sono stati i tifosi più accalorati ad aprire un nuovo fronte di durissimo confronto con la società. La situazione è talmente tesa che la dirigenza ha preferito portare squadra e staff tecnico all’estero. Il GCZ si recherà infatti qualche giorno sul Lago di Garda, per un ritiro d’allenamento, approfittando della pausa per le nazionali. I biancoblù saranno impegnati, alla ripresa, in casa contro il Lugano.
Per il resto, è bufera. I fatti di Sion hanno infatti convinto anche la politica a prendere posizione. Su Le Nouvelliste, storica testata vallesana, si riferisce che la Consigliera federale Viola Amherd, originaria del Vallese, responsabile del DDPS (il Dipartimento per la Difesa e la Protezione Civile, con delega allo Sport), ha condannato con durezza l’accaduto, in un’intervista al Blick, minacciando durissimi provvedimenti per i responsabili.
La storica testata zurighese, ovviamente, è quella che ci va giù in modo più pesante. Viene, innanzitutto, analizzata la situazione dal punto di vista disciplinare, attraverso la storia degli episodi più recenti (l’ultimo a Losanna, lo scorso anno). Tutto lascia presagire che, per le Cavallette, sia in arrivo la sconfitta a tavolino per 3-0.
Sul caso, Il CEO della SFL, Claudius Schäfer, ha condannato senza riserve l’accaduto: (Blick): “È molto, molto triste. I giocatori del GCZ volevano dimostrare di poter recuperare il risultato, ma a loro è stata negata l’opportunità. Gli articoli pirotecnici mettono in pericolo i giocatori.” Sul caso, ovviamente, è aperto anche un fascicolo giudiziario, con la Polizia cantonale che sta analizzando le immagini per risalire all’identità dei tifosi violenti.
Felix Bingesser, capo redattore sportivo del Blick, è stato lapidario. Ecco parte del suo commento, apparso sul sito: “Ciò che è accaduto fa parte del quadro desolante di questi ultimi mesi. Ma i tifosi che hanno fatto questo dimostrano di essere più deboli della loro squadra. In questo momento, il club avrebbe bisogno di un sostegno sano, e non di fatti del genere. Questa gente si sente forte lanciando petardi in campo, e a loro nulla importa del danno che stanno causando al calcio di Zurigo e allo sport svizzero in generale. Nulla di nuovo, è vero: ma la presa di coscienza di ciò ci rattrista sempre.”
Si è parlato di tifosi sotto l’effetto di alcool e droga, mentre la società ha chiesto, tramite la stampa, alla parte sana del tifo di reagire, denunciando i tifosi violenti. Ma non sarà facile: ormai la squadra è stata abbandonata da moltissimi supporter, e siamo stati più volte testimoni di partite che si sono giocate davanti a poche migliaia di persone, perse nell’enormità del Letzigrund, che ha una capienza di circa 30.000 spettatori.
Infine, il commento del presidente del Sion Constantin, un personaggio molto conosciuto e influente nel mondo del calcio d’oltre confine. Sia il Blick che Le Nouvelliste riportano le sue parole: “Sabato sera ho assistito a una cosa mai vista: se non ci fossero state le barriere, quelli di Zurigo sarebbero scesi in campo. I controlli? Facciamo ciò che possiamo, spendiamo un sacco di soldi per la sicurezza. Ovvio che, in questo caso, ci debba venire data la vittoria a tavolino: le responsabilità sono chiare.”
“A Sion, coi tifosi ospiti, abbiamo fatto di tutto: li abbiamo invitati a mangiare la raclette (piatto tipico vallesano – ndr), accolti nel miglior modo possibile. Ma molti, quando sono in gruppo, perdono ogni tipo di disciplina. Forse sarebbe il caso di non vendere più biglietti singoli per le partite, ma solo abbonamenti, ed evitare così le trasferte. Oppure, fare in modo che questa gente non possa raggrupparsi, acquistando biglietti in posti separati.”
Questa cosa, a quanto sembra, è stata fatta dal Thun, proprio in occasione dell’arrivo in Berner Oberland della compagine zurighese. I tifosi del GCZ hanno così acquistato biglietti singoli in vari settori, per poi arrampicarsi sulle cancellate dello stadio allo scopo di raggiungere l’area ospiti. Il presidente del Thun, Markus Lüthi, ha così preso atto del fallimento del proprio esperimento.
A tale proposito, quindi, CC ha così chiosato: “A mio parere, è giunto il momento di chiudere i settori ospiti degli stadi. Non abbiamo soldi da spendere per un sistema di biglietti nominali, come accade per esempio in Italia. Se qualcuno vuole venire a vedere la partita in trasferta, compri dei biglietti singoli nei settori dello stadio già occupati dai tifosi della squadra di casa: il problema è il branco. Sciolto quello, risolti i problemi.”