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Week Leaks #27 – Inter, la differenza della fame. L’importanza del tecnico a Bologna ed Empoli

Foto: Twitter @Inter

  • Il Derby di Milano è sempre uno dei più belli al mondo. La storia, il fascino, la battaglia in campo: è una partita che regala sempre tutto questo, anche nei periodi più bui di Milan e Inter. La sfida di ieri non è stata da meno: combattuta, frizzante, con tanto agonismo. C’era tutto il mondo a vedere questa partita e abbiamo fatto un figurone, dimostrando che la Serie A sa regalare le stesse emozioni di altri campionati. A prescindere dal finale, insomma, brave Milan e Inter.
  • Venendo al campo, il verdetto finale premia l’Inter, che a pochi giorni dalla clamorosa eliminazione dall’Europa League riesce a recuperare in tempo le energie rimaste, mischiandole alla voglia di riscatto. Ecco, a fare la differenza tra le due squadra stavolta è stata la fame, il desiderio di conquistare una vittoria fondamentale contro forse un’eccessiva sicurezza rossonera. A Spalletti stavolta vanno fatti solo complimenti per come ha studiato la partita, ma anche per le motivazioni date ai suoi giocatori. Gagliardini e Martinez quasi ovunque, Vecino faro del centrocampo e molto ispirato, la difesa ha saputo tenere a bada persino Piatek facendolo quasi scomparire. Vittoria meritata che dimostra quali sarebbero le effettive potenzialità dell’Inter, anche senza Icardi.
  • Se fosse finita in parità, probabilmente non sarebbe stato giusto. Gattuso e i suoi escono da San Siro sconfitti e forse questa doccia fredda farà più bene che male. Brutto primo tempo e approccio alla gara da rivedere, così come pessimo l’episodio tra Biglia e Kessiè immortalato da tutto il mondo. Gattuso, come al solito, ha fatto vedere tutta la sua classe parlandone apertamente in conferenza stampa, promettendo di risolvere tutto. Della prestazione vanno salvati la voglia della ripresa e qualche giocata di Calhanoglu, poco altro. I rossoneri avevano mostrato qualche segnale di calo nel gioco nelle ultime gare e alla fine la sconfitta è arrivata. Bisogna ripartire subito, la classifica resta tutto sommato positiva, ma il messaggio che la Champions League è tutt’altro che conquistata è già arrivato.
  • Alla fine, arriva la prima sconfitta della Juventus, firmata da un Genoa diventato in questi anni la sorprendente bestia nera dei bianconeri. Risultato in realtà sostanzialmente indolore, soprattutto al termine di una settimana magica come questa. Bella prestazione dei rossoblù, evidentemente motivati a conquistare un successo di prestigio per fare un ulteriore salto verso la salvezza. E Sturato, intanto, si toglie anche il gusto di segnare alla propria ex squadra.
  • Il Napoli in campionato sarà probabilmente da qui fino al termine della stagione, o almeno finché sarà in corsa in Europa, una squadra imprevedibile nei risultati. Contro l’Udinese prima sembra mettere agevolmente in tasca il risultato, si fa rimontare in maniera clamorosa e alla fine riesce a vincere prevalendo con la propria qualità. Difensivamente gli errori cominciano a essere tanti e una spiegazione deve essere trovata nella pesante assenza di Albiol, di cui urge un sostituto di qualità. In avanti, solita partita di bel calcio, con Younes che ha mostrato una discreta tecnica, accompagnando i soliti instancabili Callejon e Milik.
  • In maniera abbastanza sorprendente, la Roma riesce a non approfittare dello scontro diretto delle sue principali rivali per la Champions e perde in casa della SPAL. Ranieri non può arrivare e cambiare una squadra che ha delle evidenti lacune nel reparto difensivo, ma soprattutto nel carattere. La squadra di Semplici ha dimostrato più voglia, il gol di Fares ne è la rappresentazione, ma in generale dai giallorossi bisognava attendersi qualcosa di meglio. Ranieri, però, ha ragione su un punto: a Roma c’è ancora qualcuno che deve capire che un mancato accesso alla Champions League significherà rivoluzione della rosa.
  • La Lazio, intanto, va a meno due proprio dai cugini in classifica, superando agevolmente il Parma 4-1. Prestazione nettamente superiore rispetto ai ducali scesi in campo senza troppe motivazioni, senza quella fame che ha creato qualche problema alle big quest’anno. Luis Alberto si prende la scena per una sera e lancia una stoccata mica male ai tifosi, facendo capire per una buona volta che nel calcio si può essere forti anche se non si segna. Correa e Caicedo si confermano in ottima forma, dimostrando ulteriormente di essere di più di semplici riserve. Come al solito, però, la Lazio ha bisogno di trovare continuità prima di tornare a parlare di grandi obiettivi.
  • Giornata no per l’Atalanta, che in casa non va oltre un 1-1 piuttosto insoddisfacente contro il ChievoVerona. Punto in realtà quasi guadagnato per la prestazione offerta, ma l’impressione è che i bergamaschi stiano rifiatando. L’obiettivo Europa League resta a portata di mano, ma la sosta potrebbe effettivamente servire per ricaricare le batterie mentalmente e fisicamente.
  • Intanto, torna a riavvicinarsi alla zona europea la Sampdoria. Con il Sassuolo è stato il festival dei gol e degli errori (alcuni clamorosi) delle difese, ma i blucerchiati sono riusciti a prevalere con la solita qualità e nel segno del solito Quagliarella. Da sottolineare, però, anche l’ottima prestazione di Linetty e Praet, entrambi a segno, ma sempre molto attivi in campo, sia in fase di recupero che di costruzione. Due ragazzi che potrebbero fare gola a diverse squadre in estate.
  • L’importanza dell’allenatore, invece, si è fatta sentire eccome questa giornata nella lotta alla salvezza. Andreazzoli torna a Empoli, che aveva lasciato come una squadra piacevole nel gioco ma troppo poco pratica e si è ritrovato una squadra che ha pure perso il gioco. Scelta di Iachini completamente sbagliata e il nuovo tecnico ora avrà tanto lavoro da fare. Intanto, però, si toglie un peso superando il Frosinone in un vero e proprio scontro diretto per la salvezza, escludendo sempre di più dai giochi gli uomini di Baroni. La lotta sarà però durissima, l’Empoli deve tornare a giocare con qualità perché al momento non è lei l’avvantaggiata per salvarsi.
  • Anche perché a Bologna l’effetto Mihajlović sta avendo effetti dirompenti. Vincere in casa del Torino, soprattutto di quest’ultimo periodo, è cosa per pochi. Applausi al serbo che sta dando un’identità e una fame mai visti negli ultimi anni in casa rossoblù. Ci sono ancora delle cose da sistemare, ma la squadra ci crede e ha probabilmente le carte giuste per salvarsi. Contro i granata è stata una piccola vendetta personale, ma ha saputo far prevalere la sua quantità su quella di Mazzarri. Ottima prestazione dei vari Lyanco, Soriano e Pulgar, ma da sottolineare la gara fantastica di un ragazzo come Orsolini, decisamente nella sua dimensione, e un Palacio definito da Mazzarri in versione “Maradona”. L’argentino ha una qualità dei piedi unica e quando riesce a essere in forma fa davvero tutta la differenza di questo mondo.