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Juve A o Juve B poca differenza: una Serie A sempre più simile a Ligue 1 e Bundesliga

Lo confessiamo: ci aspettavamo di più dall’Udinese ieri sera all’Allianz Stadium e, soprattutto, di meno dalla Juventus, o meglio, dalla seconda squadra della Juventus. I bianconeri di Allegri, infatti, erano privi, tra squalifiche, infortuni e turnover, di parecchi titolari. Gente del calibro di Cancelo, Bonucci, Chiellini, Pjanić, Khedira, Dybala, Mandžukić e Cristiano Ronaldo. Tra l’altro, dopo la vittoria di Napoli, che di fatto ha chiuso ogni discorso scudetto per la stagione 2018/19, e a pochi giorni dalla delicatissima sfida di Champions contro l’Atlético Madrid, sarebbe stato pure normale affrontare l’impegno contro i friulani con meno “fame”.

Eppure, si è visto subito che la Vecchia Signora non era intenzionata a fare sconti a un avversario che, paradossalmente, avrebbe dovuto avere motivazioni maggiori (la truppa di Nicola è ancora impelagata nella lotta per non retrocedere). La Juve dunque ha cominciato a spron battuto, facendo circolare palla e sfruttando l’ampiezza del campo grazie alle geometrie di Bentancur e alla corsa degli ottimi Spinazzola e Alex Sandro. Davanti, un duo di giovani terribili: un Bernardeschi ispirato e tirato a lucido per martedì e un Kean che all’esordio da titolare in questo campionato si è concesso il lusso di siglare una doppietta.

Un dominio totale, dal primo minuto fino all’ultimo di recupero. Una prova di forza da parte della truppa di Allegri che sicuramente dà morale in vista del ritorno degli ottavi di Champions e carica l’ambiente juventino, con i tifosi che ieri hanno gradito le giocate di Kean e compagni. Tutto bene, finché si fa il tifo per i bianconeri, un po’ meno se si è amanti della competizione e di quei campionati decisi all’ultima giornata, come ai vecchi tempi. Diciannove punti di vantaggio sulla seconda, il Napoli, impegnato domenica sul campo del Sassuolo, sono decisamente tanti quando mancano 11 gare alla chiusura dei giochi. Difficile pensare che la Juve li sperperi tutti.

In questo senso, ci dispiace dirlo, la nostra Serie A sta diventando molto meno divertente della Bundesliga (solitamente il Bayern fa il vuoto, ma quest’anno è testa a testa col Borussia) e probabilmente sullo stesso livello della Ligue 1, dove il PSG conduce con 17 punti di vantaggio sul Lille e una gara in meno. Le colpe ovviamente non sono della Juventus, che verrà messa a processo soltanto se non dovesse compiere l’impresa europea, ma delle rivali (Napoli, Inter, Milan e Roma in primis), che dopo otto anni non sono riuscite nemmeno a mettere apprensione alla corazzata bianconera.

Allora accontentiamoci delle briciole (la corsa per la Champions è apertissima, come quella per la salvezza) e non irritiamoci quando all’estero parlano di una Serie A alla stregua del campionato francese. Ormai è un dato di fatto. Inconfutabile.