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Esonerato per colpe non sue

Via Di Francesco: esonerato, nonostante la semifinale di Champions dello scorso anno, nonostante un progetto da portare avanti che richiedeva tempo, ma sapete come vanno le cose, no? Nel calcio così come nella vita, serve “tutto e subito”, dimenticandosi che per costruire un grattacielo solido, le basi devono essere ben piantate per terra.

Via Di Francesco, nonostante fosse giovane e ambizioso, e avesse un’idea interessante di calcio. Che gli abbiano rivoluzionato la squadra ogni volta, sul mercato, poco importa. “Questo ti diamo, con questo devi fare”, e tempo per capire come riuscirci, ‘azzi tuoi.

Flashback.

A fiammate, ieri sera, al Do Dragão.
Chiaramente, giocando così, a fiammate, senza identità né sostanza, in avanti in Champions non ci vai.
Pensare che lo scorso anno la Roma si esaltava sognando di arrivare fino in fondo. Un anno dopo, un altro crollo, sempre con quel Porto che già ai tempi di Spalletti fu indigesto, in Champions League.
Sono mancati quelli fondamentali, a partire da Manolas, il cui errore sanguinoso ha lanciato la rimonta dei ragazzi di Sergio Conceiçao.
È mancato l’apporto di Džeko, il cui solito gioco di possesso è stato importante per tenere alta la squadra, poi però avrebbe dovuto incidere alla sua maniera. Non ci è riuscito, nonostante un’occasione incredibile in quei supplementari che invece hanno esaltato il cinismo del Porto.

La trattenuta di Florenzi, che ha dato il rigore decisivo ai portoghesi, la fotografia della stagione giallorossa: ingenua. Nel prendere il gol all’andata, nel farsi rimontare al ritorno. Meglio nel collettivo, i ragazzi di Conceiçao, e Roma che torna a casa consapevole che dovrà ripartire dagli errori commessi. Ripartire, sì, ma non da Di Francesco, chissà se da Monchi (tenuto fuori dal discorso esonero: decisione non presa da lui). È stata una notte intensa di pensieri, sponda allenatore, sponda dirigenza. E ciò che ne è venuto fuori, un esonero che è l’emblema della frenesia che serve per tenere incollati i tifosi ai seggiolini dell’Olimpico, perché un capro espiatorio, solitamente, se non risolve le cose perlomeno dà spiegazioni e motivi, giusti o sbagliati che siano.

La Roma ripartirà da Ranieri, che è un ottimo allenatore ma non è un innovatore. Sarà bello rivedere Sor Claudio in panchina, nella Capitale. Romano e romanista, traghetterà fino a fine stagione, poi si vedrà. Post Leicester, non benissimo Ranieri, ma si sa: Roma è un’altra cosa. Roma è casa sua. Dispiace per Di Francesco, in bocca al lupo a Ranieri.