Il futuro di Di Francesco sulla graticola
La Roma di Eusebio Di Francesco saluta con anticipo la Champions League. Si ferma sotto la pioggia di Oporto il cammino dei giallorossi, un percorso che almeno per gran parte del match d’andata stava dando fiducia, poi quel gol un po’ fortunoso dei lusitani e la vigilia con la sconfitta del derby hanno fatto calare il pessimismo dalle parti di Trigoria. Si esce per un rigore concesso nei supplementari dove l’errore di Florenzi è stato veramente ingenuo; tante però le polemiche in casa giallorossa per quel contatto con Schick che nel finale la VAR non ha giudicato da rigore evitando all’arbitro una seconda sosta davanti al monitor di bordo campo. Toni talmente accese da far scordare ai tifosi le critiche di inizio partita per l’atteggiamento troppo difensivista e morbido scelto dal tecnico giallorosso.
Lasciando da parte le decisioni arbitrali, il giudizio sulla gara dei capitolini lascia molte perplessità. La squadra è apparsa in affanno, pesano i fastidi muscolari con Di Francesco costretto più volte a cambi forzati. Pesano due palle perse da destra dove Manolas e Karsdorp sono apparsi in grandi difficoltà sugli attacchi mancini dei lusitani. C’è poi quell’occasione capitata sui piedi di Dzeko che grida vendetta, un pallone debole che Pepe ha allontanato senza problemi. Archiviata la triste parentesi Champions, a Roma è tempo di quesiti. Per molti il futuro di Di Francesco è segnato, anche se c’è chi lo difende e tra questi Francesco Totti. Sembra un capitolo già visto a Roma, quando Spalletti era dato in partenza già con largo anticipo e intanto si era sicuri del suo successore. A Roma vogliono il cambiamento, ma non solo tecnico. Questa dirigenza e le varie scelte di mercato non hanno mai convinto e qualcuno invoca la rivoluzione.