Continua il periodo no per il GCZ: potrebbe non bastare l’esonero di Fink
L’esonero di Fink era nell’aria, dopo la sconfitta di sabato sera del GCZ contro il Lucerna al Letzigrund. I colleghi svizzero tedeschi, presenti in sala stampa domenica a Zurigo, ci hanno riferito che la società, nell’immediato, aveva confermato la fiducia al tecnico: tuttavia, c’era da pensare che il rapporto fosse arrivato al capolinea. E così, infatti, è stato, con la conferma ufficiale dell’esonero, avvenuta lunedì, e comunicata tramite il sito e i canali social ufficiali del club.
Avevamo già scritto di recente della crisi del club svizzero più titolato. Ovviamente, con l’allontanamento dell’allenatore, si è aperto un grande dibattito sugli zurighesi, già retrocessi in seconda divisione nella loro storia che attraversa ben 3 secoli (sono stati infatti fondati nel 1886) nel lontano 1949. Questa volta, a intervenire nel dibattito, è stato nientemeno che Felix Bingesser, caporedattore sportivo del Blick. Come dire, il giornalista sportivo più influente di tutta la Svizzera.
Nel suo commento, Bingesser non è apparso sorpreso dall’accaduto, del resto logico, vista la situazione attuale. Più che altro, si domanda se questo servirà a qualcosa, alla luce anche del recente addio da parte del co-proprietario Heinz Spross, e dell’annunciata uscita di scena dello sponsor Reinhard Fromm. Al timone amministrativo del club sono così rimasti il presidente Anliker e l’amministratore delegato Huber, in attesa che si prendano decisioni sul futuro sportivo, andando a ricoprire le due posizioni vacanti.
La conclusione del capo redattore del Blick è sconsolante: il club non ha una strategia identificabile. Ovvio, in questo caso, che la separazione con il direttore sportivo e l’allenatore sia inevitabile. Tuttavia, va trovata al più presto una rotta sicura di navigazione, fermo restando che, secondo il giornalista elvetico, non è dato sapere se Anliker e Huber siano i leader giusti per creare questo circolo virtuoso. Per ora, di oggettivo, secondo lui, c’è solo un club in rovina.
Avevamo scritto, nel nostro precedente intervento, che diversi tifosi e grandi ex degli Hoppers credono in una rifondazione, in caso di discesa in Challenge League. Altri, invece, come Roger Berbig, ex portiere e già, in passato, presidente del club, non la pensano così (Blick): “Fa male vedere questa squadra ridotta in questo modo. Sono stato a vedere qualche partita, e sono uscito insoddisfatto da ciò che avevo visto. Mandare via l’allenatore è stata una scelta logica: mica puoi cacciare via tutti i giocatori! Per il futuro, vedo nero. Una rinascita immediata è difficile. Il GCZ non ha proprietari come Heliane e Ancillo Canepa, che avevano un progetto concreto per il FC Zurigo, nonostante la retrocessione. Non ho fiducia nell’attuale dirigenza del club.”
Cosa accadrà ora? Il club tace, per ora, sul nominativo del nuovo tecnico: intanto sabato, al Letzigrund, è atteso nientemeno che lo Young Boys. Tra alcuni tifosi, intanto, torna a fare capolino una vecchia idea di fusione tra i due club cittadini, anche in vista del nuovo stadio, che sarà pronto nel 2023. La maggioranza, però, si oppone (giustamente, a nostro parere). Per ora, il futuro immediato appare nerissimo: ci vorrebbe davvero un cambiamento di rotta deciso. Ma come e chi dovrebbe darlo, è ancora un mistero: forse, perché i primi a non saperlo sono proprio i vertici societari.