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Correva l’anno 2001. Roma è reduce dall’anno giubilare che ha visto la città nel caos tra nuovi lavori e arrivo di turisti. La formazione giallorossa con Fabio Capello in panchina e il nuovo arrivo Gabriel Omar Batistuta sogna la conquista del suo terzo scudetto e il 9 aprile in un orario inedito, un lunedì pomeriggio, si ritrova impegnata nella trasferta di Firenze dove subisce una pesante sconfitta per mano di Enrico Chiesa. Nonostante questo passo falso la Roma riuscirà comunque a chiudere al primo posto, terminando davanti la Juventus. In quel pomeriggio toscano passò alla storia però uno striscione dal tono romano che recitava “Semo tutti parrucchieri” prendendo in giro e al tempo stesso criticando la scelta di disputare l’incontro il giorno dopo la consueta domenica. Alla base di quella scelta ci fu un motivo di ordine pubblico: scongiurare l’affluenza in massa dei tifosi romanisti all’Artemio Franchi, uno stadio che in passato era stato teatro di scontri tra i sostenitori di casa e i supporter giunti da Roma.

Giorni nostri. In un calcio sempre più spezzatino ormai ci si è abituati a vedere partite in qualsiasi giorno e anche a orari diversi da quelli canonici delle 20.30. Tutte le partite alla stessa ora è solo un ricordo e una situazione che non potrà più tornare, perché l’avvento delle televisioni con i relativi diritti hanno mutato le cose portando a uno stato irreversibile. Eppure in questo marasma di calendari c’è qualcuno che ha deciso di mettersi dalla parte degli appassionati. Stiamo parlando del presidente della Federazione spagnola, Luis Rubiales, che ha deciso di abolire le gare al lunedì. Niente posticipi per il campionato spagnolo, una scelta condivisa anche dalla Bundesliga e si spera anche dalla nostra Serie A. Una decisione saggia per venire incontro alle esigenze di chi deve rinunciare a seguire una partita allo stadio perché impossibilitato da un calendario che non tiene conto di giorni lavorativi, ma anche dei problemi di ordine pubblico. Una scelta che va contro un calcio moderno e sempre più business. La decisione del numero uno spagnolo va elogiata, perché non è facile con tutte le pressioni dall’esterno. Ora bisognerà capire cosa intendera fare per un altro intrigante quesito: lo spostamento di alcune partite di campionato negli USA. Dalla Spagna infatti era nata la folle idea di far disputare alcune partite di campionato negli Stati Uniti seguendo l’esempio di NFL e NBA. Seguendo quanto fatto per il lunedì e per gli stessi principi, viene da pensare che anche questa ipotesi verrà accantonata per sempre.