Home » Festival delle emozioni al San Paolo: la Juve non brilla, ma fa suo lo Scudetto

Festival delle emozioni al San Paolo: la Juve non brilla, ma fa suo lo Scudetto

Gol, espulsioni, VAR-review e una cascata di altre emozioni; a questo Napoli-Juventus non è mancato davvero nulla. Al San Paolo la Juventus di Massimiliano Allegri passa 2-1 al termine di una contesa che, sotto diversi punti di vista, non mancherà di far discutere; tra mille polemiche e discussioni, di certo rimane che il risultato del San Paolo certifichi “virtualmente” l’ottavo Scudetto consecutivo della Juventus.

Una Juventus che con sedici punti di vantaggio sugli Azzurri può ora preparare il ritorno di Champions League contro l’Atlético Madrid senza particolari assilli di Campionato, a messo che ve ne siano mai stati di concreti, ma la gara di Napoli è stata tutt’altro che esaltante per i bianconeri. La partita, intensa agonisticamente ma priva di grandissime occasioni in avvio, è stravolta dalla follia di Malcuit che con uno sgangherato retropassaggio arma la fuga di Cristiano Ronaldo, a terra sull’uscita disperata di Meret. La decisione di Rocchi di espellere il portiere partenopeo, così come l’esistenza e/o l’entità del contatto tra il portiere dei locali e l’asso lusitano, come anticipato farà discutere all’infinito nonostante a termini di regolamento il “tentativo di dare un calcio” in maniera “negligente, imprudente o con vigoria sproporzionata” potrebbero in finale giustificare l’operato del direttore di gara.

In vantaggio con la punizione perfetta calciata da Pjanić a valle dell’episodio sopracitato (e anche sulla gerarchia dei tiratori di calci piazzati in casa Juve, volendo, si potrebbe disquisire) i bianconeri approfittano dello stordimento partenopeo successivo al doppio choc e, ad eccezione dell’immediato palo di Zieliński, comandano le operazioni trovando anche il raddoppio con Emre Can. Pjanić, però, si fa espellere a pochi minuti dalla ripresa delle ostilità, dando il là a una contesa a tinte integralmente partenopee: i padroni di casa attaccano a testa bassa per quarantacinque minuti trovando l’1-2 di Callejón, ma non riuscendo a riportare sul 2-2 la contesa perché Insigne al minuto 84 calcia sul legno alla destra di Szczęsny il rigore del pareggio.

Detto del Tricolore virtualmente ricucito nella serata napoletana dalla Juventus sulla propria maglia, quali sensazioni lascia la sfida del San Paolo? Opaca la prestazione della Juventus, che convince solamente nello scorcio di gara giocato in superiorità numerica dopo il vantaggio; nel secondo tempo i piemontesi soffrono, come già denunciato in altre circostanze in questa stagione, l’assenza di Pjanić in cabina di regia rivelandosi incapaci di cercare di reagire il ritorno del Napoli, con Emre Can, Matuidi e Bentancur privi della capacità del regista bosniaco di dettare i tempi della manovra bianconera permettendole all’occorrenza di rifiatare gestendo il pallone. Con un Mandžukić al momento lontano dalla migliore condizione e quasi penalizzante nell’economia della manovra bianconera, Ronaldo si trova ad affrontare “in isolamento” la seconda frazione, con Bernardeschi unica nota positiva offensiva della serata juventina stante la migliore attitudine del fantasista di Carrara a svolgere il lavoro chiesto da Allegri anche a Dybala, ma svolto dal talentino argentino con minor profitto. La sfida del San Paolo per motivi ambientali e di contesto sportivo forse in realtà ha poco da spartire con la sfida di Champions che attende la Juventus; ad Allegri, però, servirà una Juventus ben più convincente.

Al Napoli, sconfitto sul campo, rimane il rammarico per l’infruttuosità del bel secondo tempo disputato;  Ancelotti può compiacersi della reazione dei suoi ragazzi, capaci di ribellarsi a una situazione di risultato potenzialmente in grado di mettere al tappeto chiunque. Al tecnico di Reggiolo, al massimo, si può chiedere conto della sostituzione di Milik al momento dell’espulsione di Meret; ma, al solito, esprimersi “ex-post” è un esercizio al contempo troppo facile e privo di utilità per poter essere preso sul serio. L’augurio, per i ragazzi di Ancelotti, è che con il piazzamento Champions ragionevolmente certo, l’allungo Scudetto della Juventus possa servire a spostare il focus verso l’Europa League che, giova ricordarlo, dalle bacheche del Belpaese manca dal 1998 e che sembra alla portata del Napoli di Ancelotti.