Il Sei Nazioni 2019 è giunto nello scorso fine settimana al suo terzo atto. La città di Roma è stata invasa pacificamente da irlandesi, ubriachi di rugby, canti e ottima birra: per la nazionale azzurra invece è arrivata la terza sconfitta di fila. A differenza delle precedenti prestazioni con Scozia e Galles però stavolta abbiamo avuto modo di vedere un’Italia più combattiva, capace anche di chiudere la prima frazione in vantaggio. In passato eravamo abituati a vedere un’Italia in grado di giocare quasi alla pari con l’avversario per poi calare bruscamente nella parte centrale della ripresa; la nazionale di domenica scorsa al contrario è partita male con l’Irlanda, ha dato l’impressione di soccombere pesantemente sugli attacchi opposti, poi di punto in bianco ha rialzato la testa e si è rimessa sui binari giusti, facendo paura alla stessa Irlanda. Purtroppo sono mancate le trasformazioni e i calci, punti che nel computo finale contano e anche parecchio. Buono invece l’atteggiamento con cui gli azzurri hanno cercato e trovato le mete, sfruttando le indecisioni della retroguardia irlandese. Si spera che ciò visto in campo possa essere l’inizio di una serie di prestazioni positive e non un caso isolato spinto magari dalle polemiche e dalle critiche che hanno accompagnato i nostri nei giorni precedenti la gara con l’Irlanda. Di certo le prossime sfide con Inghilterra e Francia saranno match difficili per poter dare una continuità.
Per una nazionale maschile ancora a secco, c’è una femminile che invece porta in alto il tricolore. Le ragazze del CT Andrea Di Giandomenico sono imbattute dopo tre partite, hanno espugnato Glasgow in maniera netta, mentre a Parma è arrivata una vittoria di misura sulle irlandesi. Classifica alla mano ci troviamo dietro per pochi punti all’Inghilterra. Il 9 marzo, il giorno dopo la festa della donna, c’è la proibitiva trasferta a Exeter proprio contro le inglesi; avversarie che viaggiano con almeno 40 punti segnati a partita. I precedenti ovviamente non sono a favore delle azzurre, eppure queste prime tre partite confermano che almeno a livello femminile sappiamo difenderci e tener testa a muso duro alle altre cinque potenze del rugby europeo.