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La Sampdoria e quella consapevolezza che ancora manca

Una delle sorprese di questa stagione di Serie A si chiama Sampdoria, per il gioco e i risultati, per le statistiche e il numero di gol di un intramontabile Fabio Quagliarella. Giampaolo ha dato una forte identità alla sua squadra, sempre meglio visibile e chiara con il passare dei mesi. L’aver puntato su nuovi volti in difesa come Andersen e Colley, il reinventarsi Praet in un nuovo ruolo e la convinzione di come il trequartista sia ancora necessario nel calcio attuale rendono il fenomeno Samp affascinante e avvincente al tempo stesso. E il merito di questo va sia alla società, capace di spendere bene sul mercato, che al suo allenatore, tra i più talentuosi dell’intero panorama europeo, oseremmo dire.

Eppure i blucerchiati soffrono innegabilmente di una discontinuità nei risultati che pregiudica di parecchio le ambizioni del club. Per gioco espresso e alcune vittorie di livello ottenute, la Sampdoria potrebbe ambire a ben più della decima posizione attuale ma alcuni passaggi a vuoto hanno compromesso il sognare in grande dell’ambiente. Nelle prime giornate il 3-0 al Napoli, lo 0-5 a Frosinone e la vittoria a Bergamo contro l’Atalanta hanno portato gli addetti ai lavori a indicarla come realtà in forte risalita. Poi il pareggio interno senza reti contro il Sassuolo e tre sconfitte consecutive, le cui ultime due per 4-1 contro il Torino in casa e all’Olimpico contro la Roma, hanno ridimensionato i blucerchiati.

Il pareggio nel derby ha dato una scossa, ne è venuto fuori un filotto di ben sei risultati utili consecutivi frutto di quattro vittorie e due pareggi (il secondo è quello stappato all’Olimpico contro la Lazio in inferiorità numerica al 99′). Serie positiva interrottasi allo Stadium in una partita giocata bene ma persa contro l’imbattibile Juventus. Da lì è venuta fuori nuovamente l’incostanza, il pareggio 3-3 a Firenze nonostante i tanti minuti di superiorità numerica, la bella vittoria sull’Udinese ma poi tre sconfitte consecutive (Napoli, Frosinone e Inter). Fatta eccezione per la sola gara del San Paolo, almeno per quanto concerne l’ultimo periodo, non si può dire che la Samp abbia steccato. Si è giocata le sue carte, ha provato a vincere e ottenere il risultato, non riuscendoci. Come se mancasse quel pizzico di convinzione in più nei propri mezzi, qualcosa che dall’interno consacri sé stessi come gruppo in grado di battersi per obiettivi più ambiziosi di una salvezza tranquilla.

La zona “Europa League” dista appena cinque punti ma la bagarre è di altissimo livello, le contendenti venderanno cara la pelle e non ci staranno a perdere punti per strada da qui alla fine del campionato. E allora è arrivato il momento di capire dove voglia arrivare questa Samp, tra le squadre più belle da vedere in campionato. È il gruppo a doversi guardare in faccia e stringere un patto fissando obiettivi più alti, il potenziale per scalare posizioni in classifica c’è ma bisogna crederci di più.

 

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Vito Coppola