Nella nuova Scuderia Ferrari sembrano esserci tante novità, ma in realtà la vera rivoluzione sta nella ricetta da seguire per tornare a conquistare il titolo mondiale. Non sono davvero nuovi Binotto – 25 anni in Ferrari – Leclerc ed Elkann. Così come non è drasticamente cambiata la monoposto, se non nel posteriore decisamente ridotto. La vera rivoluzione, invece, sta nelle parole e nei gesti esibiti sul palco dell’evento di lancio della rossa e nera SF90.
La nuova ricetta viene anticipata da Camilleri, che accenna la necessità di creare un ambiente sereno e trascinato dalla fame di vittoria e che conclude il proprio discorso rivolgendosi in italiano ai tifosi. Poi gli avanzati contenuti video, che richiamano il rosso e le gioie del passato, nell’anno del novantesimo compleanno del Cavallino rampante – da qui il nome SF90. Mattia Binotto, successivamente, alza il tiro, spiegando di poterlo fare solo in italiano, e prova a raccontare cosa significhi essere Ferrari: «È qualcosa di unico, nessuno è come noi, essere Ferrari è passione, determinazione, appartenenza, integrità, coraggio, competizione, eccellenza… Potrei continuare all’infinito».
La sottolineatura sull’appartenenza viene approfondita dal richiamo alla storia e alla nascita della Scuderia: «Sono orgoglioso di lavorare in questo team per portare avanti il sogno di Enzo Ferrari». Giunti a questo punto dell’evento di lancio – con la monoposto ancora nascosta – si è già capito che la stagione 2019 non sarà diversa dalle scorse per il presidente, l’amministratore delegato, i piloti o la macchina, ma per il fatto che si desideri mettere al centro con inattesa determinazione le radici della Scuderia, la passione dei tifosi e l’amore per il colore rosso.
E finalmente il momento tanto aspettato in cui la SF90 viene rivelata con una suggestiva entrata dal basso e le immagini del lavoro, delle persone e delle parti che la compongono. Dopo la breve spiegazione tecnica di Binotto, la parola passa ai piloti: entusiasta del lavoro fatto Vettel, lanciatissimo per l’opportunità che si ritrova Leclerc. E infine l’intervento del neo-Presidente John Elkann, che dopo un’introduzione in inglese afferma, come i suoi predecessori, di doversi rivolgere ai tifosi in italiano. E le sue sono le parole che pungono di più, condite anche dal fatto che fossero per i più inaspettate.
Riferimenti alla storia, con l’inizio del decennio che porterà al centenario, al DNA impresso in tutto l’universo rosso, all’innovazione, all’orgoglio, concetto chiave del suo intervento, all’eccellenza nel mondo e ai tifosi: «Per essere Ferrari intendiamo l’orgoglio, questa squadra unisce un Paese e rappresenta il meglio dell’Italia, soprattutto per il cuore, rosso Ferrari. È molto importante sentire la vicinanza dei tifosi, abbiamo bisogno di essere squadra». Questo nuovo tentativo è stato rappresentato splendidamente dalla scelta conclusiva del Presidente, che per la foto ufficiale di squadra ha voluto far indossare a tutti un cappellino rosso della Ferrari.
Insomma, quello che la presentazione della SF90 dona non è solo un’affascinante vettura rossa e nera, ma un messaggio di cui molti tifosi necessitavano: la Ferrari è di chi ha il cuore rosso strabordante di passione per il Cavallino rampante. Se la nuova ricetta funzionerà, grande merito andrà dato ai nomi che popolano gli uffici dirigenziali di Maranello, da Elkann a Camilleri, passando per Binotto.