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La rivoluzione estiva del centrocampo della Roma sta funzionando?

Il mercato estivo della Roma è stato caratterizzato soprattutto dalle numerose operazioni a centrocampo. Dalla parte delle partenze troviamo in particolare due pezzi grossi come Strootman e Nainggolan, dalla parte degli arrivi Pastore, Cristante, Nzonzi e Zaniolo. Successivamente la palla è passata a Di Francesco, che ha dovuto ricostruire la colonna portante del suo modulo con ben 4 nuovi interpreti: sta funzionando questa piccola rivoluzione estiva?

Al di là di un bilancio sull’annata romanista, che qui non ci interessa, proviamo a controllare come è stata la prima parte di stagione del nuovo centrocampo costruito da Monchi. La prima considerazione, che è una sorta di premessa, ha a che fare con il capitolo infortuni: De Rossi e Pastore, in particolare, hanno passato più tempo in infermeria che sul terreno di gioco. A questo proposito, spezziamo una lancia in favore della dirigenza capitolina: una rosa lunga è fondamentale, soprattutto se si punta a disputare dignitosamente 3 competizioni.

La seconda considerazione riguarda i giovani: Cristante, Pellegrini e Zaniolo. Per spiegare il rapporto fra l’andamento dei tre, possiamo immaginare una scala. Al gradino più basso c’è Cristante, che dopo una stagione impressionante all’Atalanta, sta trovando più difficoltà a fare il mediano per Di Francesco, nonostante i ben 4 gol in campionato. Al gradino di metà scala c’è Pellegrini, chiamato a continuare il proprio percorso di crescita, dopo una stagione nella media lo scorso anno: il suo cammino procede, con acuti di talento, ma anche con momenti di inesperienza o di evitabile imprecisione. Sul gradino più in alto, infine, c’è Zaniolo, incluso nell’affare della cessione Nainggolan e ora in piena rampa di lancio. Dopo aver debuttato da titolare al Bernabeu, Nicolò ha cominciato a scalare le gerarchie di Di Francesco, facendosi apprezzare per la tecnica, l’agonismo e la forza fisica. Oggi, è già il beniamino dell’Olimpico.

La terza considerazione riguarda i tre giocatori più esperti: De Rossi, Nzonzi e Pastore. L’argentino, fra tutti, è stato l’acquisto dell’estate; dopo un inizio di stagione positivo, con anche i due splendidi gol di tacco all’Olimpico, gli infortuni e l’esplosione di Zaniolo hanno fatto dimenticare El Flaco, che però è obbligato a tornare decisivo nel prosieguo dell’anno. Nzonzi, invece, ha trovato molto più spazio e Di Francesco parrebbe averlo usato come sostituto del gioco di De Rossi. In realtà, nonostante un andamento nella media di squadra, da un neo-campione del mondo arrivato per sostituire Strootman ci si aspetta decisamente di più. Cosa? Più personalità, forse. Infine De Rossi, che, come già detto, sta lottando con diversi problemi fisici. Ad ogni modo, a questa squadra è parso mancare proprio lo spirito che i tifosi richiedono ai propri giocatori. Insomma, seppure sul campo possa essere superato da chi è più giovane di lui, per quanto concerne la grinta, la leadership e l’agonismo, nessuno può ancora sostituirlo.

A metà stagione risulta ancora complicato giudicare le mosse estive di Monchi, che, sicuramente, si è giocato quasi tutto vendendo Strootman e Nainggolan. Comunque sia, controllando l’età media dei centrocampisti romanisti, risulta evidente di come il futuro possa essere roseo. Zaniolo, Pellegrini e Cristante hanno un potenziale enorme e, se sfruttato, potranno diventare colonne portanti o del centrocampo giallorosso o delle casse giallorosse. E se gli effetti positivi del mercato passato uscissero fra qualche anno? Dal mio punto di vista, potrebbe convenire pazientare e aspettare: il futuro è tutto in casa.