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Il sogno della terra promessa, un’Odissea senza finale

Avevamo sperato tutti in un colpo di scena, in un evento che ribaltasse all’improvviso quel clima di dramma e sfiducia creatosi giorno dopo giorno, un comunicato della polizia dopo l’altro. Ieri notte, invece, è arrivata la tragica notizia che ha rotto un lungo silenzio durato più di due settimane: il corpo trovato nel relitto scovato nel mare è proprio di Emiliano Sala. Una scoperta che mette davvero fine a ogni speranza e che ora trasforma in realtà i timori, le paure e i pianti della famiglia e dei tifosi di tutto il mondo, Nantes e Cardiff soprattutto.

Il grande sogno di giocare in Premier League, sbarcare nella terra promessa del calcio moderno, in uno dei campionati più affascinanti e ricchi di campioni del calcio si è fermato nel gelido Canale della Manica. Sala era pronto per entrare in quel mondo che un po’ tutti seguono e ammirano in televisione. Forse non dalla porta principale, quella di una “big”, ma nel suo caso l’occasione per farsi conoscere anche in terra britannica era arrivata da una squadra comunque di massima serie come il Cardiff, che per assicurarsi l’attaccante aveva sborsato tanti soldi. Per la precisione, 17 milioni di euro, sufficienti per farlo entrare nella storia dei gallesi come l’acquisto più costoso della loro storia, con tutte le aspettative che ne sarebbero conseguite.

Sala, però, non aveva affatto paura di affrontare questa avventura. Lo aveva detto anche pubblicamente, senza nemmeno nascondere una certa trepidazione. A 28 anni, quella della Premier League è una sfida che può cambiarti la carriera: sei abbastanza maturo e con esperienze alle spalle per non peccare d’ingenuità, ma sei ancora in tempo per metterti in mostra e, chissà, magari ricevere anche la telefonata di qualche tecnico importante. E, tutto sommato, l’argentino sarebbe arrivato in Galles anche con diverse certezze in tasca. Per esempio, quella di poter diventare in poco tempo un titolare inamovibile nell’attacco di Warnock, considerato anche il livello certo non elevato della concorrenza, creata da giocatori più da Championship che da Premier League come Ward o Zohore. Ma anche quella di essersi ormai abituato a regalare tanti gol, visto che nelle ultime tre stagioni era sempre arrivato in doppia cifra con il Nantes.

Non è un caso che Halilhodzic, il suo tecnico ai gialloverdi, fosse piuttosto scontento di perdere nel mezzo della stagione il proprio bomber. Un ragazzo capace di garantire presenza fisica con i suoi 1,87 metri, con un ottimo senso della posizione ma piuttosto abile anche con i piedi. Di lui, però, tanti suoi ex allenatori come Claudio Ranieri, ai francesi per una stagione nel 2017/2018, si apprezzava la grande voglia di fare a sportellate con i difensori avversari e di recuperare palla, facendo anche lavoro sporco per i compagni. Più in generale, il suo modo di giocare sembrava ispirarsi evidentemente a quello di Batistuta, di cui aveva anche ripercorso in parte anche la storia: nati entrambi in Argentina, nella provincia di Santa Fé, per poi trasferirsi a cercare fortuna ed esplodere in Europa.

Differentemente dal suo idolo, tuttavia, l’inizio dell’avventura europea di Sala è stato tutt’altro che brillante, vista l’enorme fatica incontrata nell’imporsi al Bordeaux, tanto da essere girato diverse volte in prestito. L’argentino ha dovuto aspettare e sudare per la sua esplosione e, alla fine, è arrivata forse quando ormai nessuno più se lo aspettava. È cresciuto, è diventato l’idolo di una tifoseria e ora, con grande rispetto, era pronto a salutare per mettersi nuovamente alla prova. A Cardiff era anche già passato per definire gli ultimi dettagli e posare con la nuova divisa. L’attaccante aveva deciso di rientrare in Francia solo per salutare i compagni, immortalati tutti insieme in una foto poi condivisa sui social. Poi, il dramma: quel 22 gennaio che doveva diventare il giorno del definitivo arrivo ai Bluebirds per cominciare ad allenarsi la mattina seguente non è più finito.

Sono cominciate così le settimane di ansie, con le speranze di ritrovarlo ancora in vita che diventavano sempre più flebili. Ci sono rimasti soltanto quell’ultima, drammatica nota vocale girata in tutto il mondo, in cui Sala sembrava già percepire che qualcosa non sarebbe andato nel verso giusto e la foto del suo cane Nala seduto davanti alla porta ad aspettare il ritorno del suo padrone. Un Argo che, stavolta, non potrà assistere al ritorno del suo Odisseo per ricongiungersi dopo tempi di paure e di drammatica lontananza.