Ventidue turni di campionato si sono giocati, ne mancano sedici all’appello, al termine dei quali i verdetti saranno espressi, sia per le zone alte della classifica che per quelle che riguardano la zona salvezza.
Una retrocessione la vogliono evitare tutti, esiste il paracadute economico, è vero, ma si sa ormai che la cadetteria può trasformarsi in sabbie mobili da cui uscirne diventa impresa ardua, basta un calciomercato sbagliato o una stagione falcidiata da assenze per compromettere una subitanea risalita. Da lì rimanere intrappolati senza capitali da spendere è un attimo. In tante piazze potrebbe testimoniarlo, tra Perugia e Brescia, Pescara e Ascoli, solo per citarne quattro.
E allora chi adesso è invischiato nella lotta per non retrocedere deve profondere il massimo sforzo di squadra e di gruppo, ormai anche il mercato invernale è alle spalle. Sempre più critica è la situazione che interessa il ChievoVerona, in attesa di conoscere la decisione definitiva sul ripristino dei tre punti di penalizzazione, che renderebbe meno arduo il compito di risalire la china. La gestione Di Carlo è positiva, i clivensi sono riusciti a uscire da un vortice di negatività pesante a inizio stagione, ora però con nove punti da recuperare diventa tutto più complicato, soprattutto nella testa dei giocatori. Il calcio non è una scienza esatta, non vince sempre la più forte e non retrocede la squadra peggiore (sulla carta), il campo è il giudice supremo e fa le sue selezioni, di questo non v’è dubbio, ma il gioco espresso dal Chievo non è da retrocessione, almeno adesso. Servirà un’impresa ma salvarsi non è impossibile.
Baroni a Frosinone sta facendo ciò che può, una discreta sessione di mercato invernale ha portato maggior qualità nell’undici titolare dei ciociari. Ma i limiti dei giallazzurri sono ancora ben visibili, seppur smussati. Anche per il Frosinone va fatto lo stesso discorso del Chievo, entrambe sembrano accreditate delle percentuali maggiori di probabilità di retrocessione ma nulla è perduto. Per Ciano e compagni è fondamentale crederci, scendere in campo con la voglia e la fame di fare punti in ogni partita, anche se sulla carta proibitiva. Siamo certi che giocatori come Viviani, Trotta e Valzania possano dare quel qualcosa in più a un gruppo strutturato male in estate, ma che sembra stia trovando la strada per uscire dal tunnel.
Ma se Chievo e Frosinone devono a testa bassa rincorrere con grinta e convinzione l’obiettivo, risalendo la classifica si apre una lotta a più protagoniste, tutte distanziate di pochi punti. Dal basso verso l’alto Bologna, Empoli, Udinese, Cagliari e SPAL sono lì che cercano di arrivare quanto prima a quota 40, ipotetica quantità di punti necessaria ad assicurare la salvezza. Al momento chi se la passa peggio di tutti è l’Empoli che non trova i tre punti da quasi due mesi e che nel mercato ha visto andar via uno dei pezzi più pregiati come Zajc. Il Bologna, senza tre punti in campionato da quattro lunghi mesi, è tornata a vincere compiendo l’impresa a San Siro contro l’Inter, spiragli importanti di ottimismo per i felsinei con il cambio in panchina e l’arrivo di Siniša Mihajlović. Ora ai rossoblu manca solo la continuità e qualche altro risultato positivo per abbandonare il terzultimo posto in classifica. Per Udinese, Cagliari e SPAL può essere fatto un discorso generale e unitario: sono squadre che hanno dimostrato in più occasioni di avere uomini e capacità per potersi salvare senza troppi affanni, ma a loro è mancata la continuità, troppo pochi gli alti e molti i bassi. Ed ecco che si ritrovano invischiate in una situazione di classifica pericolosa, guai ad abbassare la concentrazione, un filotto di due o tre sconfitte potrebbe rendere le cose molto rischiose.