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Lugano, polemiche sul terreno di gioco

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Non potendo parlare di calcio giocato, a Lugano, nel fine settimana, sono partite le polemiche sul terreno di gioco di Cornaredo. Secondo fonti del Corriere del Ticino, che hanno trovato conferma in via Trevano, la Swiss Football League avrebbe imposto, pena la decadenza della licenza, il rifacimento totale del terreno di gioco dello stadio comunale cittadino. La spesa stimata per i lavori è di circa 300.000 CHF, a carico della municipalità. Il tutto, alla vigilia (presunta) dell’inizio dei lavori per la costruzione del nuovo polo sportivo, per il quale, nei giorni scorsi, è stata effettuata la gara d’appalto (si parla di un impegno finanziario sui 200 milioni di CHF).

La notizia, logicamente, non poteva passare sotto silenzio e, ovviamente, non dare il via a una serie di durissime polemiche nei confronti della SFL. Il rinvio, tra l’altro, ieri, delle partite di Lucerna e San Gallo non ha fatto che attizzare ulteriormente la discussione. Nelle due città confederate, infatti, gli stadi sono moderni, e nessuno ha avuto nulla da eccepire rispetto alle condizioni del campo. Basta poco, in Ticino, per fare partire la diatriba rispetto ai presunti trattamenti di favore concessi alle città e alle squadre d’oltre Gottardo: e quindi, è iniziato il batti e ribatti che vede coinvolta municipalità, Lega calcio elvetica e Lugano calcio.

Premessa: lo stadio di Cornaredo andava demolito già da un decennio, più o meno nello stesso periodo nel quale sono stati edificati gli impianti di San Gallo, Thun, Lucerna eccetera. È anche vero che l’ultimo grande rifacimento del terreno di gioco comunale risale agli anni, ’80, dopo la visita di Giovanni Paolo II in Ticino, quando si rese necessario dopo la messa, che aveva portato 30.000 persone allo stadio.

Di sicuro, però, sembra eccessivo un po’ a tutti imporre di cambiare il manto erboso e tutto il sistema di drenaggio sotterraneo. Tra l’altro, è ancora nei nostri occhi la serata di San Gallo, con la Nati, nella partita di qualificazione mondiale contro Andorra (31 agosto 2017), con le squadre che nuotavano letteralmente in un terreno di gioco più adatto a una partita di pallanuoto che a una di calcio.

A Muri, invece, sede della Swiss Football League, sono andati giù piatti senza compromessi, come si usa oltre confine. O a Lugano si rifà completamente il terreno di gioco, compreso il sistema di drenaggio (quindi, non limitandosi al rifacimento del solo manto erboso) oppure niente concessione per l’utilizzo di Cornaredo per le partite di campionato della stagione 2019/20. Non essendoci nessun altro campo in Ticino con le caratteristiche richieste per giocare nella massima serie (Chiasso e Bellinzona non sono infatti omologati), si dovrebbe giocare oltre Gottardo: impensabile.

Il campo in riva al Ceresio, negli anni scorsi, godeva di buona fama: la Nati lo ha utilizzato per la preparazione agli Europei 2016 e ai mondiali 2018. C’erano stati, tempo fa, problemi per via di un fungo che aveva attaccato l’erba, risolti grazie all’intervento dei tecnici comunali. I due episodi che hanno però peggiorato la situazione sono stati, in autunno, l’amichevole della Svizzera contro il Qatar e l’aver voluto giocare, qualche giorno dopo, la partita di campionato contro il Lucerna. Eravamo presenti allo stadio, e ricordiamo benissimo le condizioni del terreno di gioco, a fine gara.

Tuttavia, la realtà dei fatti è che Cornaredo diventa impraticabile solo in condizioni particolari (come del resto tutti gli altri campi: abbiamo citato il kybunpark non a caso). Il problema è che, d’inverno, l’erba non cresce. Quindi, il campo non si è ancora del tutto ripreso dallo shock autunnale del quale scrivevamo più sopra. Diverso fu il caso della partita rinviata contro il San Gallo nella stagione 2017/18: l’acquazzone fu epocale anche quella volta, è vero. Tuttavia, essendo avvenuto in piena estate, non provocò conseguenze a lungo termine. Il sole dei giorni successivi asciugò il terreno di gioco e, in poche settimane, l’erba tornò a crescere rigogliosa.

Armando Ceroni, in un editoriale apparso sul sito della RSI, punta senza mezzi termini il dito sui “(…) burocrati della Lega calcio, che snocciolano regole e diktat. Credono di capire tutto di calcio, ma sanno poco.” Perché non obbligare, si chiede il telecronista principe della Televisione svizzera italiana, le società ad utilizzare i teloni di copertura, come si è sempre usato (per esempio) a San Siro?

Insomma, la polemica si annuncia durissima. Tra l’altro, il dover affrontare una spesa di queste dimensioni, con il rifacimento dello stadio alle porte, ovviamente non piace alla municipalità luganese. Già qualche esponente politico locale ha espresso perplessità sull’antieconomicità di un lavoro che ha una prospettiva di vita di dieci anni, rispetto al fatto che l’impianto sportivo ne abbia, invece, in prospettiva, circa la metà.

Il Lugano calcio sta alla finestra, conscio del fatto che l’onere non è di sua competenza. Tuttavia, mai come ora, in assenza di eventuali accordi e compromessi tra enti esterni alla società bianconera, si addensano nuvole sul futuro della squadra sottocenerina. E non si tratta di temporali o perturbazioni meteorologiche.