La rincorsa di Nainggolan, specchio di un’Inter svogliata
La solita crisi d’inizio anno era nell’aria, ed è puntualmente arrivata. L’Inter di Luciano Spalletti non sa più vincere e, con la sconfitta ai rigori contro la Lazio a San Siro, ha visto sfumare uno dei principali obiettivi stagionali. La Coppa Italia sembrava poter essere il giusto palcoscenico per ritornare ad alzare un trofeo, specialmente dopo le eliminazioni delle grandi favorite Napoli e Juventus. I Nerazzurri hanno però sprecato tutto con una sconfitta figlia del momento negativo della squadra, in cui si sono visti tutti i limiti tecnici e caratteriali di giocatori e allenatore.
Come se fosse la perfetta trama di un film, il colpo di grazia lo ha inflitto l’uomo più chiacchierato e criticato degli ultimi mesi: Radja Nainggolan con il suo errore decisivo dal dischetto, diventa di diritto l’emblema della stagione interista fino a questo momento. “Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore” cantava Francesco De Gregori, anche perché i rigori li hanno sbagliati tutti, perfino fenomeni come Baggio, Ronaldo o Messi, gente di caratura maggiore a quella del Ninja. Il particolare che però ci porta a giudicare almeno in questo caso il calciatore, è il modo di tirarlo quel rigore, dalla voglia e dall’emozione che ci mette nel provare a calciarlo. Nainggolan voglia ne aveva ben poca, e lo si è capito dalla fretta di calciare, quasi per finire presto quel lavoro che gli hanno affidato ma che lui sembra proprio non voler più fare. Quella rincorsa dagli undici metri e quel tiro freddo e centrale, sono la sintesi della sua stagione e di quella di tanti suoi compagni. Dopo la punizione inflittagli dalla società, il belga non è più tornato ai suoi livelli ed è quasi sempre entrato dalla panchina senza manifestare alcuna volontà di cambiare la situazione.
Una situazione che difficilmente cambierà da qui a Giugno, mese in cui probabilmente avverrà la separazione tra Nainggolan e l’Inter, in un matrimonio durato davvero poco. La sensazione è che oltre a lui saranno in tanti a fare le valigie, in primis chi lo ha fortemente voluto. La “passeggiata” milanese di Antonio Conte sotto la sede Nerazzurra sarà pure una casualità, ma le possibilità che Spalletti resti al comando della squadra anche nella prossima stagione sono vicinissime allo zero. Alcune scelte del tecnico di Certaldo, hanno gravato sulla pesante situazione dello spogliatoio. La scelta di trattenere, quasi con la forza, nell’estate di due anni fa Perišić gli si è ritorta contro, e adesso ad Appiano deve gestire un giocatore ancor più svogliato di Nainggolan, al punto di non sentirsela di entrare in campo.
A quelle del belga e del croato, bisogna aggiungere la situazione legata a Icardi: al nove argentino il gol su azione manca da metà dicembre contro il Psv, e anche ieri sera (rigori a parte) è sembrato il solito fantasma. La questione rinnovo sembra risolta, ma probabilmente anche per lui il rapporto con lo spogliatoio non è più lo stesso. Marotta e Ausilio prendono nota e preparano un’inevitabile rivoluzione estiva, ma nel frattempo l’unica cura sono i risultati. Domenica si torna in campo per Inter-Bologna, e Spalletti avrà l’arduo compito di far tornare ai suoi uomini la voglia di giocare a calcio.