Enrico Preziosi si sta già fregando le mani: il suo Genoa sta ricevendo molte proposte per i suoi gioielli e dopo la partenza di Krzysztof Piątek destinazione Milan anche Kouamé e Romero hanno gli occhi puntati di Juventus e Napoli.
Un mercato estivo niente male quindi per il grifone che nell’ultima sessione si è aggiudicato le prestazioni di questi tre giocatori per una cifra complessiva di circa dieci milioni di euro. Il bomber polacco proveniente dal KS Cracovia, il difensore dal Belgrano e l’attaccante ivoriano dal Cittadella sono stati i pilastri di questo inizio di stagione e, nonostante il Genoa non navighi in acque tranquille, il loro valore è aumentato in modo esponenziale.
L’uomo più rappresentativo di questa squadra però è già stato ceduto: Krzysztof Piątek è passato al Milan, orfano di Higuaín, per 35 milioni di euro più bonus fruttando un’ottima plusvalenza a Preziosi. La stessa sorte pare essere destinata a Romero e Kouamé probabilmente nel prossimo mercato, con Juventus e Napoli a una passo dai due giocatori. I bianconeri vorrebbero acquistare il difensore per poi farlo crescere sotto la Lanterna per una stagione, mentre i partenopei sono stregati dalle prestazioni dell’eclettico attaccante.
Con Piątek che ha fruttato 35 milioni e Romero e Kouamé circa 20 milioni a testa, il calcolo è presto fatto: si tratta di una plusvalenza monstre di oltre 60 milioni di euro. Preziosi ha i soldi in tasca così per costruire una nuova squadra tutta da zero con giovani interessanti da scoprire e acquistare per poi essere rivenduti a peso d’oro.
Se dal punto di vista economico si tratta di un affare impeccabile, dal punto di vista sportivo il discorso è l’esatto contrario: il Genoa è da troppe stagioni nella zona destra di classifica e non riesce più a puntare a obiettivi migliori di una salvezza risicata. Il blasone dei rossoblu è ben più grande delle squadre con cui attualmente compete e l’unico risultato importante di questa stagione è stato il pareggio contro la Juventus, la prima partita senza i tre punti per i bianconeri (poi capitò anche contro l’Atalanta).
I tifosi contestano la presidenza da svariati anni per questa politica, ma l’esito è sempre lo stesso: il dio denaro comanda il calcio e pone i soldi davanti agli obiettivi; la passione e il senso di appartenenza passano così in secondo piano e questo calcio moderno continua a perdere il suo lato romantico.