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Atalanta, Pašalić il tuo acquisto di gennaio. Frosinone, agonismo questo sconosciuto

Scrivere di Frosinone-Atalanta, sfida valida per la 20/a giornata di Serie A 2018/2019 disputata ieri e vinta con un netto 0-5 dai neroblu, è fin troppo semplice. Si sono affrontate due compagini e quella tecnicamente più forte ha dominato dall’inizio alla fine, vincendo la partita senza patemi d’animo. Una vittoria che è la nona in campionato, la seconda consecutiva in trasferta con 11 reti segnate complessivamente in questi 180 minuti.

11 reti che sono il 25% delle 44 siglate in campionato (di gran lunga miglior attacco del torneo), con 5 che portano la firma di Duván Zapata. Dire che il colombiano è in forma appare anche persino riduttivo. Va in rete da 7 partite consecutive (eguagliato Gaddoni nel 1940, in Serie B) e sta seriamente impensierendo non solo Germán Denis (miglior marcatore straniero in una stagione nella storia dell’Atalanta con 16 gol), ma anche Pippo Inzaghi, capocannoniere con la Dea nel 1996/97 con 24 reti. Anche se ieri nella formazione di Gasperini ha impressionato in positivo non solo il colombiano, ma anche Mario Pašalić.

Il croato ieri ha fornito la sua miglior prestazione da quando è a Bergamo. Schierato al posto dell’indisponibile Freuler, Pašalić ha dato alla squadra sia quantità in fase di interdizione quanto e soprattutto qualità, con la perla dell’assist per il primo gol di Zapata, quello dello 0-2. Ma soprattutto è apparso volitivo e presente in campo. Una prestazione che fa il paio con le buone prove contro il Sassuolo e lo spezzone di partita (con tanto di gol che ha chiuso i giochi) in Coppa Italia a Cagliari. Dopo essere apparso come un corpo estraneo nel girone d’andata, il croato sembra essersi scrollato di dosso la “sindrome di Copenaghen”, dato che in quella maledetta (dal punto sportivo) partita che è costata all’Atalanta i gironi di Europa League del 30 agosto si divorò clamorosamente un gol. E se dovesse dimostrare di continuare su questa riga, si può tranquillamente affermare che l’Atalanta ha trovato in casa il suo acquisto di gennaio.

Per quanto riguarda il Frosinone, è chiaro che il girone di ritorno dei giallazzurri inizierà settimana prossima a Bologna. Ma non si può fare a meno di rimarcare un dato che fa allarmare. Perdere contro questa Atalanta, ci sta. Perdere così con sole due ammonizioni a proprio carico, un po’ meno. In un campionato che ha visto la Dea patire contro le squadre che l’hanno buttata sul piano della fisicità e della combattività – vedasi Empoli e Genoa – è ingiustificabile il fatto che il Frosinone abbia lasciato negli spogliatoi l’unica carta che poteva mettere sul tavolo se voleva amplificare le possibilità di uscire indenne nello scontro diretto con i neroblu: l’agonismo. Baroni deve lavorare moltissimo su questo particolare fattore. Difficile migliorare la tecnica di un calciatore già fatto e formato, imperativo però aumentare la voglia di combattere su ogni pallone. Un elemento imprescindibile quest’ultimo, se si vuole credere nella salvezza.