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Sulle orme del padre

Ventitré anni dopo un altro Schumacher è pronto ad approdare in Ferrari: sulle orme del padre Michael, anche il giovanissimo Mick sta per entrare nell’Academy del Cavallino Rampante sognando un futuro altrettanto vincente.

Era il 1996 quando un ancora ventisettenne Michael Schumacher si sedette per la prima volta a bordo della Rossa, scuderia quasi allo sbando che non vinceva il titolo piloti da ben 17 anni e con un divario evidente rispetto alle rivali. Ci vollero quattro anni (e una gamba fratturata nel 1999 a Silverstone) per portare la Ferrari al vertice del campionato: nelle successive cinque stagioni di dominio assoluto arrivarono altrettanti titoli mondiali per il tedesco.

L’addio da Maranello nel 2006 ha sancito inesorabilmente la sua parabola discendente prima del ritorno non vincente in Mercedes e il secondo ritiro nel 2012, anno precedente al suo grave incidente sugli sci; dal 29 dicembre 2013 infatti il mondo attende speranzoso sue notizie, chiuso nella sua casa-ospedale e protetto da famigliari e medici.

Quel tragico giorno era presente anche il figlio di Michael, Mick Schumacher, classe ’99 e con un fardello pesante da portarsi appresso: il cognome del più forte pilota automobilistico degli ultimi anni. La passione per i motori lo porta a cimentarsi nel 2017 in Formula 3 Europea con scarsi risultati; il tedesco però non si perde d’animo e nella stagione successiva colleziona otto vittorie aggiudicandosi il campionato con una gara d’anticipo.

Mick ha la stoffa del predestinato, un pilota forte soprattutto di testa nonostante la giovane età: la Ferrari (e non solo) ha messo gli occhi su di lui e nelle prossime settimane ci sarà la firma sul contratto che porterà il pilota tedesco nell’Academy, scuola che ha già lanciato Giovinazzi e Leclerc.

I tifosi già sognano l’accoppiata Ferrari-Schumacher per un binomio che si è già rivelato vincente una volta e che ha tutte le possibilità di ripetersi. Binotto avrà il compito di portare il titolo piloti già questa stagione con Vettel e Leclerc che dovranno sbaragliare il dominio Mercedes, ma in caso di mancato successo Mick Schumacher potrebbe ripetere le gesta del padre ed essere lui il pilota decisivo.

I figli d’arte in Formula 1 non sono certo una novità: il più recente è stato Max Verstappen, preceduto da Nico Rosberg, campione del mondo come il padre Keke (altri iridati in famiglia sono stati Graham e Damon Hill). Sorte meno fortunata è spettata a Nelson Piqué Junior che dopo un paio di stagioni non brillanti è stata declassato nelle serie minori; ora in rampa di lancio c’è Giuliano Alesi, figlio di Jean, in cerca di affermazione in Formula 2.

A 19 anni Mick potrà così sedersi sulla Rossa come tester, in un anno che sarà molto impegnativo per il giovane tedesco dovendo abbinare al ruolo da collaudatore anche il Mondiale di Formula 2 insieme al team italiano Prema con tutti gli occhi puntati addosso.

Ma d’altronde un vincente in Formula 1 non deve avere paura di niente e di nessuno: il sangue, ovviamente rosso, del padre Michael scorre voglioso di corse anche nel figlio Mick.