Dopo la partita di Supercoppa di ieri, in Pulgatorio ci manderemo il VAR. Intendiamoci: l’arbitro fa parte del gioco. Però, se ieri gli errori dei direttori di gara erano scusabili dal fatto di dover prendere decisioni difficili in pochi istanti, e senza aiuto, oggi non è più così. Una terna arbitrale, un sistema sofisticatissimo di immagini e di sensori, e due arbitri a guardare: l’errore umano ci può ancora essere, ma è molto meno scusabile.
Gli episodi della partite di ieri che ci hanno lasciato perplessi sono più di uno. Al 26’, l’intervento di Alex Sandro su Castillejo andava punito con l’espulsione, visto quanto accaduto nella ripresa con Kessie (rosso diretto più che giustificato, secondo noi). Al 66’, ci sarebbe stato un calcio di rigore per la Juventus (quello di Paquetà su Ronaldo era fallo, a nostro avviso). Allo stesso modo, ci stava il rosso, al 72’, per l’intervento di Matuidi su Calabria ed, infine, era da massima punizione l’intervento in area, all’87’, di EmreCan su Conti.
Aggiungiamoci anche l’errore del guardalinee Preti, che ferma Cutrone lanciato a rete per un fuorigioco inesistente (AlexSandro, in mezzo al campo, tiene in gioco l’attaccante del Milan), mentre nel caso di Dybala la terna permette (giustamente) al giocatore di terminare l’azione (con gol) per poi rivedere con calma il tutto più tardi. Sono opinioni, ovviamente. E diremo di più: non abbiamo la certezza che il risultato dell’incontro sarebbe stato differente, con decisioni del giudice di gara di un altro tenore. Al contrario, siamo convinti che oggi si sarebbe parlato più di calcio, e meno di queste cose.
Non c’è malafede: sono errori possibili, in tempo reale, e da certe angolazioni. Però, oggi, l’occhio elettronico questi errori li deve evitare. La tecnologia deve essere al servizio dell’arbitro in campo. Non si può, nel 2019, essere ancora qua a parlare delle sviste del direttore di gara. Oggi bisognava solo prendere atto della superiorità dell’undici di Allegri, che non ha mai dato la sensazione di non avere il totale controllo della partita. Al di là degli schemi, a fare la differenza è stata la qualità individuale dei singoli.
Oggi si doveva semplicemente scrivere che i rossoneri, nonostante una buona gara in tutte le zone del campo, non hanno praticamente mai dato la sensazione di poter vincere. Alla Juventus è bastata l’ordinaria amministrazione, la maggior qualità dei suoi singoli, per superare il Milan, senza mai dare la sensazione di dover passare a un livello superiore per poter prevalere. Parlare di arbitri, scorrere la propria TL e leggere le cose che avremmo visto e vedevamo dieci, venti, trent’anni fa è avvilente. Questa è, secondo noi, la Juventus più forte della sua storia: i suoi tifosi avrebbero il diritto di non dover sempre vedere e leggere le stesse cose. La tecnologia ora esiste: usiamola in modo corretto, e correggiamo gli errori. L’elettronica è al nostro servizio, ed è imparziale.