L’addio del campione che sfidò gli dei
Andy Murray non è stato mai veramente venerato come avrebbe meritato, almeno fino ad oggi, giorno in cui in lacrime ha annunciato il suo ritiro dal mondo del tennis. Nell’epoca in cui Federer, Nadal e Djokovic fanno la voce grossa vincendo tutto, lo scozzese è riuscito a ritagliarsi un ruolo importante negli ultimi anni con un palmarès di tutto rispetto.
41 settimane da numero uno del mondo, due Wimbledon, uno US Open, un’ATP Finals, due medaglie d’oro olimpiche e una Coppa Davis: ecco a voi la bacheca di Andy Murray, con l’aggiunta di altri 39 tornei. La sua sfortuna più grande è stata nascere in questa era del tennis in cui ha perso almeno una finale in ogni torneo dello slam che lo avrebbero potuto proiettare nell’olimpo di questo sport.
“Ho molto dolore. Vorrei arrivare a Wimbledon, ma non so se ce la faccio” le parole in lacrime dell’ex numero uno del mondo nella conferenza stampa pre Australian Open. All’età di 32 anni lo scozzese dice basta, impossibilitato a recuperare dal brutto infortunio all’anca subito oltre un anno fa.
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Esattamente un anno fa Murray annunciava di essere stato operato per risolvere i continui fastidi e di voler tornare in tempo per Wimbledon, cosa che fece vincendo un paio di partite tra i Queen’s e Eastbourne. Nel timore di affaticare troppo l’anca però Andy decise di rinunciare allo slam di casa precipitando oltre la posizione numero 800 del mondo.
Nonostante nell’intervista post US Open (in cui cedette in quattro set a Verdasco al secondo turno) disse di sentirsi appagato e contento di come stesse procedendo il recupero, nella giornata ieri ecco la doccia gelata: addio al mondo del tennis forse a Wimbledon, ma se il dolore continuerà a bersagliarlo già l’Australian Open potrebbe essere il suo ultimo torneo. Il debutto a Melbourne è previsto contro Bautista Agut e sarà dura per lo scozzese continuare la sua marcia nel primo slam della stagione: lo spagnolo appare troppo costante per essere impensierito da un giocatore a mezzo servizio.
Non si è mai pronti a non vedere più sui campi un campione dello spessore di Andy Murray: mancherà a tutti perchè quando un umano riesce a padroneggiare nel mondo degli dei resta indimenticabile.