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E’ veramente solo colpa di Arrivabene?

Chi sbaglia paga, è normale: in casa Ferrari Maurizio Arrivabene paga il mancato Mondiale e gli errori commessi nei quattro anni al vertice della scuderia e al suo posto arriverà Mattia Binotto come nuovo team principal: ma è stata veramente soltanto colpa sua?

Fortemente voluto da Marchionne, Binotto succederà al manager bresciano dalla prossima stagione completando un escalation di ruoli che lo ha portato da semplice ingegnere dei motori fino al direttore tecnico dell’area corsa che ricopriva fino all’annuncio di nuovo team principal.

Maurizio Arrivabene è stato nominato a capo della Scuderia Ferrari quattro anni or sono, ma il tanto sognato Mondiale non è mai stato messo in bacheca pur riducendo drasticamente il gap con la Mercedes. Anzi, quest’anno a detta di molti, la Rossa di Maranello è stata la macchina migliore del circus con un ottimo bilanciamento tra motore e aerodinamica.

Non sono bastate cinque vittorie a Sebastian Vettel per scalfire il regno di Lewis Hamilton: una partenza sprint ha fatto sognare con le vittorie in Australia e Bahrain che hanno sensibilmente impaurito la Mercedes; la scuderia tedesca si è rimboccata le maniche per stare al passo con la Ferrari con uno sviluppo costante, prima cosa che è mancata alla Rossa per competere fino in fondo.

Il primo errore di Maurizio Arrivabene è stato proprio questo sbagliando lo sviluppo durante la stagione e optando per delle scelte scellerate sulla strategie ai box e l’uso delle gomme; qui però finiscono le colpe di Arrivabene e iniziano i demeriti di Vettel, pilota che molto spesso ha sbagliato durante l’ultimo campionato.

Dopo le prime due vittorie infatti, la classifica Mondiale è sempre stata equilibrata fino a metà campionato prima che le Frecce d’Argento prendessero definitivamente il sopravvento. L’incidente in Cina con Verstappen non è imputabile al pilota tedesco, ma nella gara successiva il lungo alla prima staccata in Azerbaigian gli è costato un comodo secondo posto finendo giù dal podio.

Kimi Räikkönen fatica a tenere il passo dei leader e non aiuta di certo Vettel a differenze di Bottas che riesce costantemente a mettere il bastone tra le ruote alla Ferrari, aggiungendo anche le due Red Bull che in molte gare dall’alto carico aerodinamico riescono stabilmente a primeggiare soprattutto rispetto al finlandese.

In Spagna la gara è tutta appannaggio Mercedes, mentre a Montecarlo la poca cattiveria di Vettel nel sorpassare un Ricciardo con il motore danneggiato è un altro tassello che a fine stagione peserà nel computo complessivo dei punti, così come in Francia quando per un contatto al via è costretto a rimontare dall’ultima posizione.

L’Austria è forse la gara emblema della stagione di Vettel: il tedesco ottiene la pole, ma viene penalizzato per aver ostacolato Sainz in qualifica ed è così costretto a partire terzo. Durante la gara entrambe le Mercedes sono costrette al ritiro, ma il tedesco chiude alle spalle delle due Red Bull un Gran Premio che senza penalizzazione avrebbe potuto tranquillamente vincere. La tappa successiva in Germania costa ancora più caro a Vettel che negli ultimi giri, complice la pioggia, va a sbattere regalando la vittoria al rivale che allungherà definitivamente nel Mondiale.

Arrivabene paga quindi anche per colpe non sue, ma si sa in Formula 1 come nel calcio paga chi gestisce e non chi scende in pista o in campo. La prossima stagione sarà decisiva e, Arrivabene o Binotto che sia, sarà Vettel a dover invertire la rotta per non passare dalla parte del torto. O sarà magari Charles Leclerc a portare a Maranello quel titolo che manca ormai da troppi anni?