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Chievo, errori e problemi che condannano a rincorrere

Fonte Profilo Twitter Ufficiale @ACChievoVerona

I problemi del Chievo non nascono con l’inizio della stagione in corso, quando, ad agosto, i gialloblù ospitavano la prima apparizione italiana di Cristiano Ronaldo. Infatti, già con il finire della scorsa stagione il presidente Campedelli si è ritrovato a dover gestire diverse situazioni focose, che, a mio parere, sono esplicative della triste classifica odierna dei clivensi.

I primi intoppi si sono cominciati a vedere quando, verso la metà della scorsa stagione, Maran e il suo rodato Chievo iniziavano a zoppicare. Pochi punti, stile di gioco annebbiato e iniziali attriti fra la rosa e i tifosi. L’esonero del tecnico trentino e l’arrivo di Lorenzo D’Anna hanno permesso al Chievo di ritrovare se stesso sul campo: 9 punti su 9 e salvezza agguantata senza altri rischi.

L’estate, però, è stata di quelle più calde. Innanzitutto i numerosi addii. Maran, vero uomo-Chievo, come si dice da quelle parti, ha rescisso il contratto e si è diretto a Cagliari. Diversi giocatori di grande esperienza e stabilità sono stati liquidati: in un solo colpo Dainelli, Gobbi e Gamberini hanno abbandonato Veronello. Il mercato ha fatto partire Inglese, già promesso al Napoli, Bastien, giovane dal grande potenziale, e Castro, fra i più talentuosi della rosa.

Per la sostituzione dei partenti, il Chievo ha deciso innanzitutto di confermare Lorenzo D’Anna sulla panchina. Anch’egli grande uomo-Chievo e fin da subito disposto a rischiare di allenare la squadra anche in Serie B, qualora gli organi giudiziari lo avessero imposto. Il mercato, invece, guidato dal confermato Romairone, ha visto i riscatti di Tomović, Stępiński e Giaccherini e gli arrivi di Djordjević, Rossettini, Obi e Barba. Sufficiente per sostituire Inglese, Bastien, Castro e i tre esperti?

Terzo nodo, sicuramente quello più tormentato per la dirigenza clivense, è stato il caso plusvalenze. Per diversi mesi il Chievo non era neanche certo di disputare la Serie A. Dopo un periodo infuocato, la sentenza ha sancito i tre punti di penalizzazione per il campionato 2018/2019 e una squalifica per il presidente Campedelli. Poco o tanto che sia, il Chievo si è inoltrato in una questione decisamente gravosa per la serenità tipica dell’ambiente. Le ripercussioni non si sono limitate solo al -3 in classifica e ancora oggi questo capitolo non è archiviato.

In tutta questa confusione, parte della tifoseria gialloblù ha iniziato a protestare contro la gestione dirigenziale, denunciando in primo luogo la poca trasparenza comunicativa verso chi popola gli spalti del Bentegodi. A ciò si aggiungono il taglio non chiaro del rapporto con Maran e le critiche al mercato in uscita e allo scarso mercato in entrata.

I numerosi problemi, però, non sono ancora terminati e hanno avuto a che fare anche con il campo. L’inizio del campionato in corso si è rivelato difficile. D’Anna ci rimette per primo e, al suo posto, Campedelli chiama Ventura. Devo ricordare come andò a finire? Dimissioni dopo 4 partite e Chievo di nuovo nel caos. A questo punto, il presidente veronese sceglie prima di tutto con il cuore e chiama un altro uomo-Chievo: Di Carlo si insedia a Veronello. Sul campo sembra tornare il sereno: punti, prestazioni di spessore e anche una vittoria nello scontro diretto con il Frosinone.

Arriviamo a oggi: gli attriti fra società e tifosi sembrano inasprirsi con l’apertura del mercato di gennaio. Infatti, tramite il direttore sportivo Romairone, la società fa sapere che gli arrivi dipenderanno dalle uscite e che quest’ultime saranno condizionate dalla scelta dei giocatori: chi ci crede rimane, chi non ci crede lascia. Parte del popolo gialloblù, da parte sua, si aspetterebbe qualche innesto di spessore in entrata e qualche liquidazione importante di chi non ha reso come nelle aspettative.

A metà stagione, dunque, i problemi sembrano non essere ancora scomparsi e gli interrogativi verso il futuro della società sono numerosi. Basterà la grinta di Pellissier e di Di Carlo per ottenere una difficile salvezza? Oppure servirebbero nuovi acquisti, che diano al tecnico laziale la possibilità di schierare giocatori con più qualità? E gli errori commessi potranno essere risolti da un girone di ritorno strepitoso?