Quando perdi il tuo giocatore più rappresentativo c’è il rischio di smarrire tante delle tue certezze. Anche se ti chiami Real Madrid. L’addio di Cristiano Ronaldo è stato forse sottovalutato dai blancos, che in estate non sono riusciti a sostituire il fuoriclasse portoghese. O forse, sarebbe meglio dire, non hanno nemmeno tentato l’affondo per assicurarsi un altro pezzo da novanta. Tante le voci di mercato, ma poco di concreto. La più intrigante portava a Eden Hazard, dopo il bel Mondiale russo. Ma il talento del Chelsea – a cui non poteva naturalmente essere chiesto di fare le veci di Cr7 in termini di gol – è rimasto alla corte di Sarri. È arrivato sì un belga, ma Courtois, che di mestiere fa tutt’altro che l’attaccante o il fantasista.
Eppure non si può dire che il Real abbia risparmiato. Ad esempio, solo in attacco ha speso la bellezza di 66 milioni di euro: 21 per Mariano Diaz, “cavallo di ritorno” dal Lione, e 45 per Vinicius Júnior, talentino classe 2000, proveniente dal Flamengo. Ma, come detto, non sono acquisti che hanno portato effetti immediati. Mentre il dominicano si è accodato ai titolari Bale e Benzema, assumendo subito il ruolo di riserva, il giovane brasiliano è stato dosato, come è giusto che sia quando si ha di fronte un calciatore così giovane. Inizialmente inserito nel Castilla, la formazione B del Real, a riuscito ad avere una certa continuità di rendimento solo nelle ultime partite dell’anno.
Anche il mercato invernale è cominciato come era terminato quello estivo. Ossia con un colpo in prospettiva. Alla corte di Solari è giunto Brahim Díaz, 19 anni compiuti ad agosto, trequartista spagnolo di origine marocchine strappato al Manchester City per la somma di 17 milioni di euro. Anche lui, come Vinicius Júnior, è considerato un talento assoluto: basti pensare che Pep Guardiola lo fece esordire in Champions League ancor prima che in Premier (un po’ come Di Francesco con Zaniolo) e che è un punto fermo della under 21 iberica, da sempre fucina di talenti.
Ma il Real sembra non volersi fermare all’acquisto di Brahim Díaz. Si accostano tanti nomi ai blancos, ma tutti con un comune denominatore: la giovanissima età. A tal proposito piace molto Exequiel Palacios, centrocampista classe 1998 del River Plate, che la dirigenza madridista ha avuto modo di visionare in occasione della finale di Copa Libertadores giocata nella capitale spagnola. Oppure si fa il nome del difensore Eder Maritao, 20 anni, promessa del Porto allenato da Serio Conçeicao. L’idea di andare a prendere calciatori talentuosi ma che devono affermarsi stuzzica la piazza. Ma è anche molto rischiosa, soprattutto perché una squadra come il Real Madrid non ha tutto questo tempo per aspettare. E soprattutto, è una squadra che è obbligata a vincere. Sempre.