Gli errori e i colpi del mercato di gennaio: Marotta prenderà spunto dal passato per costruire la sua Inter?
Il mercato di gennaio in Serie A è ufficialmente iniziato, e le big iniziano a guardarsi intorno per puntellare al meglio la rosa. La prima a muoversi è stata la Juventus, che però non avendo effettivamente bisogno di piazzare colpi importanti in questa sessione, ha bloccato Ramsey per la prossima stagione, battendo la concorrenza dell’Inter. I Nerazzurri restano comunque tra i più attivi sul mercato, con il duo Ausilio-Marotta a lavoro per regalare pedine importanti a Spalletti.
Da Barella a Trincão, i nomi accostati all’Inter in questi primi giorni di calciomercato sono già tanti come da tradizione, in una sessione che ha visto i nerazzurri sempre protagonisti in passato. Basti pensare al gennaio scorso, mese in cui a Milano sbarcò Rafinha, diventato fondamentale nella cavalcata verso il quarto posto. Nonostante non fosse un acquisto a titolo definitivo, quello del brasiliano fu sicuramente positivo e utile alla causa, al contrario dell’altro innesto rappresentato da Lisandro López, praticamente mai utilizzato fino alla scadenza del prestito. La storia del mercato invernale dell’Inter è d’altronde caratterizzata proprio da due facce opposte della stessa medaglia, con tanti acquisti ma non sempre azzeccati. Negli anni più bui del post Triplete, la società milanese interveniva pesantemente a gennaio per raddrizzare stagioni iniziate malissimo, come quella famosa del 2012-2013 che portò in nerazzurro Kovačić e Kuzmanović. Se il primo si rivelò un’autentica perla trovata da Ausilio, lo stesso non si può certo dire del secondo, mai entrato nel cuore dei tifosi.
Il centrocampista serbo è però in ottima compagnia, dato che nella stessa sessione arrivarono a Milano anche Tommaso Rocchi ed Ezequiel Schelotto, che nonostante un prezioso gol nel derby viene ricordato dai tifosi come uno dei peggiori acquisti della storia interista. Nei due anni successivi arrivarono altri due centrocampisti dai piedi buoni: Hernanes dalla Lazio fu considerato un colpo da novanta, mentre l’arrivo di uno sconosciuto Brozović passò inizialmente in secondo piano; per entrambi la strada si rivelò comunque in salita, con il brasiliano ceduto alla Juventus senza troppi rimpianti, e il croato che ha dovuto aspettare cinque anni per prendersi il posto da titolare. Colpo apparente quello dell’ex profeta, come quelli di Shaqiri e Podolski, arrivati con grande entusiasmo nel 2015 ma finiti ben presto nel dimenticatoio. L’arrivo della nuova proprietà e del Fair Play Finanziario hanno poi limitato la quantità degli acquisti invernali negli anni successivi, ecco perché prima di Rafinha, sbarcarono solamente Éder, Gagliardini e la meteora Sainsbury, non proprio dei colpi ad effetto.
Adesso, con un Marotta in più, l’Inter ha la necessità di operare bene, ma senza strafare come in passato, acquistando poco ma in maniera mirata. Barella, o comunque un vice Brozović all’altezza, è la priorità, ma occhio anche ai colpi in prospettiva futura. Brazão potrebbe sbarcare il prossimo anno seguendo le orme di Júlio César, mentre qualora arrivasse Trincão sarebbe meglio evitare di seguire quelle di Gabigol. In attesa di un colpo alla Rafinha che possa dare una svolta positiva alla stagione nerazzurra, è in fermento infatti anche il mercato in uscita con l’ex Santos grande protagonista, con il rischio (minimo a dire il vero) di ripetere per certi versi quello che accadde nel gennaio 2013: Philippe Coutinho lasciò Milano per andare a Liverpool, diventando con il tempo uno dei più grandi rimpianti di Piero Ausilio e dei tifosi dell’Inter.