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Slittino, quanto sono tristi i campionati italiani in terra straniera

Lo scorso fine settimana sono stati assegnati gli ultimi titoli italiani concernenti una disciplina sportiva del 2018. A concludere l’anno solare dello sport italiano dal punto di vista delle competizioni tricolore è stato lo slittino.

Il singolo uomini era un derby tutto di casa Fischnaller. A imporsi è stato il carabiniere Dominik che ha preceduto il cugino Kevin – atleta appartenente al Gruppo Sportivo dell’Esercito – di appena un decimo, 1’26″328 contro 1’26″428.

Più ricca la competizione femminile, dove su cinque atlete il titolo italiano è andato ad Andrea Vötter, la quale, in un podio tutto a tinte dell’Esercito, ha preceduto di due decimi Verena Hofer, 1’22″990 contro 1’23″190. Terzo posto per Sandra Robatscher, staccata di quattro decimi e mezzo, 1’23″348.

Nel doppio, la coppia Rieder/Rastner si porta a casa l’ennesimo titolo italiano della carriera. I portacolori dei Carabinieri hanno sopravanzato i giovani Nagler/Mallaier (Esercito) di appena 17 centesimi, 1’22″519 contro 1’22″536. Terzo posto per Emanuel Rieder/Kainzwalder, distanziati di 61 centesimi dai vincitori.

Ah, nella descrizione manca il luogo di disputa dei Campionati Italiani. Ebbene, la rassegna si è tenuta nell’italica pista di…Oberhof (Germania). Vero, la situazione non è nuova. Da quando si sono tenuti i Campionati Mondiali nel 2011 nella pista di Cesana Torinese, non esistono piste agibili per lo slittino (e per gli sport del ghiaccio) in generale in Italia, considerati gli elevati costi di gestione.

Ma ogni anno che passa vedere un evento italiano in terra straniera comunque non è piacevole e mette tristezza. In fondo al tunnel, comunque, una speranza c’è. E si tratta della candidatura di Milano e Cortina d’Ampezzo per i Giochi Olimpici Invernali del 2026. Ospitare un evento del genere potrebbe dare uno slancio definitivo agli sport invernali italiani, slittino ovviamente compreso. Con la speranza che adesso, oltre a gestire il “pre” e a preventivare il “durante” si stia già concretizzando il “post”. Di Cesana (e della vergogna annessa= ne basta una.