Era la serata dedicata a Kalidou Koulibaly, in un San Paolo stretto in un unico abbraccio tra tifosi, dirigenti e giocatori per dedicare il proprio pensiero al difensore senegalese dopo i fattacci di Milano, ed è diventata la notte di Arkadiusz Milik. È stato Mertens, certo, a regalare il terzo gol, quello decisivo per piegare una volta per tutte un Bologna ben messo in campo e finalmente autore di una partita di buona qualità e quantità. Ma al triplice fischio, è inevitabile che a spiccare più di tutti è quella gran doppietta realizzata dall’attaccante polacco, con due gol da punta di peso: un tocco d’istinto in area di rigore, a trasformare in rete un pallone rimasto vacante nella confusione generale del batti e ribatti, e un colpo di testa imperioso, preciso, pulito.
Due reti che, alla fine, sembrano quasi una risposta a chi, per mesi, ha continuato a fantasticare sull’attacco del Napoli, tra sogni di grandi ritorni come Cavani e obiettivi più concreti di astri nascenti del campionato italiano come Piątek. Tante indiscrezioni, sempre più intense, che sembravano dare per scontato un fatto mai realmente confermato da nessuno in casa Napoli: Milik destinato a non fare abbastanza per potersi meritare ancora un posto a Napoli dalla prossima stagione. Il polacco non ha potuto fare altro che mettersi al lavoro, in silenzio, sotto gli occhi di Ancelotti. Ha atteso in panchina tante partite, cercando di farsi trovare sempre pronto anche quando i protagonisti assoluti sembravano essere Mertens e, soprattutto, Insigne. Ci è riuscito anche ieri sera, in una gara che si è rivelata tutt’altro che scontata, chiudendo così il 2018 con un record personale in campionato mai toccato nemmeno con Sarri: la prima volta in doppia cifra nella classifica marcatori della Serie A.
A essere spaventosa è soprattutto la sua media reti: un gol ogni 106‘, persino meglio di un mostro sacro come CR7. Ancelotti è consapevole dell’ottimo stato di forma di Milik e non ha più paura a lanciarlo dal 1′ anche in gare delicate, come fatto in settimana contro l’Inter. L’obiettivo dell’allenatore emiliano è quello di fare il possibile per liberare il polacco da quell’ombra portata dietro per troppo tempo di attaccante utile solo entrando dalla panchina o al massimo meritevole di un posto da titolare nelle gare minori. Ancelotti e Milik vogliono dimostrare a tutta Napoli che la squadra non ha bisogno di una nuova punta, né a gennaio né in estate. Il polacco ha solo 24 anni, ha tanto ancora da dire e un discreto margine di crescita. Senza promettere nulla, Milik ora pensa solo a lavorare. E chiude questo 2018, finalmente, da protagonista in azzurro.