Natale, si sa, è la festa dove l’arte culinaria dà il proprio massimo e ci si sbizzarrisce nell’associare ai noti piatti della tradizione, pietanze innovative e combinazioni alimentari ai limiti del lecito. Come ai limiti del lecito è l’apporto calorico che ognuno di noi fornisce al proprio organismo durante questi giorni, dove il movimento è limitato al tragitto cucina-sala da pranzo. Conseguenza di questo poco salutistico comportamento? La dieta ferrea dal 26 al 30 dicembre, in previsione di una nuova abbuffata per Capodanno.
Una dieta che consta, considerato anche il periodo e le temperatura, soprattutto di brodini caldi. Una dieta utile anche a far risollevare chi ha passato giorni poco buoni dovuti ai malanni di stagione. Un paragone che funziona anche nel calcio e che calza a pennello con la Salernitana. I granata arrivavano alla partita di domenica scorsa con il Foggia, valevole per la 17/a giornata di Serie B 2018/2019, reduci da tre sconfitte consecutive e che hanno portato alle dimissioni del tecnico Stefano Colantuono, sostituito da Angelo Gregucci, che affronta così la sua terza avventura con la Bersagliera.
L’ex tecnico, tra le tante, di Atalanta e Vicenza, avendo avuto il gruppo a disposizione per solo un allenamento e mezzo, non poteva certo già dare la sua impronta alla squadra. Però, grazie a una prodezza balistica di Gigi Vitale, in pieno recupero, si è portato a casa una vittoria per 1-0 che certo fa morale. Ma come lo stesso allenatore di San Giorgio Jonico ha opportunamente sottolineato in sala stampa nel post partita, tutto si può dire dei granata tranne che siano guariti. La prestazione della Salernitana non è stata certo delle migliori, anzi. Per larghi tratti della gara si è vista una squadra intimorita, presa dalla paura di perdere e davvero poco propositiva.
Non è riuscita però ad approfittarne il Foggia. I pugliesi di Padalino – anche se in panchina vi era il secondo Di Corcia per la squalifica del primo – hanno tenuto per quasi tutta la partita il pallino dell’incontro. Ma non sono riusciti a concretizzare in punti il loro dominio per tre motivi: 1) la clamorosa occasione sprecata da Iemmello, che ha praticamente buttato via un rigore in movimento; 2) la lentezza della loro proposta offensiva, perché con una Salernitana ancora in difficoltà, un ritmo più alto da parte dei dauni avrebbe potuto portare a un qualcosa di nettamente positivo; 3) l’ingenua espulsione di Gerbo che ha costretto i Satanelli a giocare in 10 i 25 minuti finali.
Comunque, come la Salernitana è apparsa ancora in via di guarigione, la sconfitta non deve allarmare un Foggia che continuando a giocare così ma aggiungendoci solo un pizzico di grinta e di precisione in più, può davvero riuscire a strappare la salvezza diretta sul campo.