In un campionato dominato dalla Juventus e che sembra poter offrire ben poco pathos nella corsa allo scudetto, la lotta per una posizione valida per la prossima Champions League sembra affare di molti. Alle spalle del Napoli (che sembra ben avviato verso un altro secondo posto) e dell’Inter (appannata ultimamente ma pur sempre ben salda in terza posizione), si sono accalcate ben 9 squadre in 6 punti, tanti sono quelli che ballano tra il quarto posto occupato dal Milan (27) e il dodicesimo del Parma (21). A tre giornate dal giro di boa tutto è in discussione, dunque, e le gerarchie sembrano alquanto instabili con sorpassi, controsorpassi, mancati sorpassi e mancati allunghi che mantengono compatto il “gruppone”.
Il Milan occupa il quarto posto con 2 punti di vantaggio sulla Lazio ma la squadra di Gattuso ha di che rammaricarsi e preoccuparsi: dopo la prevedibile sconfitta contro la Juventus i rossoneri avevano un calendario particolarmente agevole fino a fine girone d’andata, avendo già affrontato tutte le squadre più blasonate del campionato. Il diavolo aveva la possibilità di allungare sulle inseguitrici e mettere nel mirino l’Inter e invece, dopo la vittoria sofferta contro il Parma, è incappato in due pareggi a reti inviolate contro Torino e Bologna. La rosa di Gattuso è stata falcidiata dagli infortuni ma questo non giustifica una prestazione sconcertante come quella del Dall’Ara, dove i rossoneri sono andati più vicini alla sconfitta che al successo, non costruendo una sola occasione da gol nonostante la presenza in campo di 4 giocatori molto offensivi come Çalhanoğlu, Suso, Cutrone e Higuaín. Sabato a San Siro arriverà la Fiorentina e i padroni di casa, già privi di Biglia e Bonaventura, dovranno fare a meno anche degli squalificati Kessié e Bakayoko: il rischio di terminare il girone d’andata fuori dalle prime 6 posizioni è reale se le prestazioni continueranno a essere così impalpabili, soprattutto in attacco.
Alle spalle del Milan si sta trascinando a fatica una Lazio malconcia, capace di racimolare solo 4 punti nelle ultime 5 partite: i biancocelesti, contando anche l’Europa League, sono a digiuno di vittorie da ben 7 partite ufficiali. L’involuzione degli uomini di Simone Inzaghi è evidente, non solo rispetto a inizio campionato (quando vinceva con costanza, pur senza entusiasmare) ma soprattutto se paragonata alla passata stagione: l’anno scorso i biancocelesti, alla sedicesima giornata, avevano 32 punti con una partita da recuperare, quest’anno 25. In questo girone d’andata sono mancati alcuni giocatori determinanti che, fino a qualche mese fa, erano i valori aggiunti di questa squadra, su tutti Luis Alberto e Milinković-Savić.
Restando nella capitale ma cambiando sponda gli umori non sono meno cupi perché la Roma è la delusione più grossa di questo campionato sino a questo momento: terza in Serie A e semifinalista in Champions League l’anno scorso, i giallorossi occupano la sesta posizione in coabitazione con Atalanta e Sassuolo. La squadra di Di Francesco ha recuperato qualche punto nell’ultimo turno di campionato grazie a una vittoria rocambolesca e dalle molteplici polemiche contro il Genoa: non fosse andata così, per i giallorossi sarebbe stata davvero dura andare a giocare con fiducia la prossima gara in casa della Juventus.
Chi sta risalendo la china con decisione è l’Atalanta, protagonista di un pessimo inizio di stagione che ne ha condizionato la classifica. I nerazzurri ultimamente hanno ottenuto scalpi illustri (Inter e Lazio) ma pagano il tonfo inaspettato in casa dell’Empoli. Anche il Sassuolo, come già detto, sta mantenendo un passo da grande: l’ingresso in Europa League è però il massimo traguardo a cui questa squadra può ambire e sarebbe già un successo assoluto per De Zerbi. Lo stesso discorso vale per il Parma che, dopo essere stata la rivelazione di questo campionato, ha nettamente rallentato il passo nelle ultime giornate conquistando un solo punto in tre partite (peraltro contro il ChievoVerona).
Chi avrebbe potuto seriamente approfittare delle difficoltà incontrate da Milan, Lazio e Roma sono quelle squadre che rappresentano la piccola borghesia della Serie A: Sampdoria, Torino e Fiorentina sono le tre formazioni che ogni anno partono con l’obiettivo di raggiungere una posizione valida per entrare in Europa e puntualmente si fanno scavalcare da qualche mina vagante come Atalanta e Sassuolo. Partendo dal presupposto che sotto la gestione Gasperini gli orobici sono passati dall’essere una provinciale all’essere una delle maggiori forze del campionato, non è pensabile che squadre con una storia importante come le tre sopracitate non riescano a dare continuità alla loro crescita e continuino a vivere in un limbo, nell’incostanza più totale.
A colpo d’occhio, per quanto sono ravvicinate in classifica le contendenti, la lotta per l’accesso all’Europa (in particolar modo alla Champions League) parrebbe avvincente ed entusiasmante. Vista la pochezza messa in campo soprattutto nell’ultimo periodo da queste squadre, però, concorderete che di entusiasmante c’è veramente poco.