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Salvare il salvabile (almeno fino a gennaio)

Lo hanno scritto in tanti durante e al termine della partita e anche noi ci mettiamo in coda a questo pensiero: Bologna-Milan è già candidata al titolo come peggior partita della stagione. Le premesse per assistere a una gara interessante, in realtà, c’erano tutte: da una parte, i rossoblù alla disperata ricerca di un risultato scaccia crisi e in grado di riavvicinarli alla zona salvezza, con la panchina di Inzaghi appesa a un filo; dall’altra, i rossoneri reduci dalla disfatta umiliante di Atene e con un’altra grande possibilità, dopo quella di settimana scorsa, per allungare sulla Lazio e consolidare il quarto posto.

Niente da fare, dallo 0-0 del Dall’Ara è emersa una gara di rara bruttezza: lenta, con pochi spunti tecnici interessanti e dai ritmi così bassi da farci chiedere che senso possa avere puntare sullo “spezzatino” del campionato se poi si finisce per assistere a gare di questo tipo il martedì sera. Giorno che, tra l’altro, normalmente è riservato al ben più piacevole spettacolo della Champions League. Se il calcio che vogliamo proporre al mondo e “vendere” alle televisioni è questo, in cui l’unico episodio degno da ricordare è l’abbraccio tra due ex cari amici e compagni rossoneri e di Nazionale come Inzaghi e Gattuso a inizio gara, pensare di aumentare i ricavi dei diritti tv in un futuro non troppo lontano resta pura utopia.

Dopo lo 0-0 contro il Torino, il Milan incappa in un altro pareggio a reti bianche (non accadeva dal 2006) che lascia soltanto rimpianti. La classifica, inspiegabilmente, continua a sorridere a Gattuso e i suoi, ma è ormai evidente a tutti che il quarto posto rossonero sia frutto più di demeriti delle inseguitrici che della bravura dei milanesi. Il tempo probabilmente sta per scadere, ora alle spalle e a pochi punti di distanza c’è mezza Serie A, almeno fino al Parma dodicesimo in classifica, e senza una svolta sul piano del gioco e dei risultati il rischio di finire in malo modo il girone d’andata è sempre più alto.

I limiti sono sempre gli stessi visti nelle ultime uscite e l’impressione è che non si tratti semplicemente di un periodo no. A centrocampo manca la qualità dei grandi livelli e se Kessié e Bakayoko non riescono a rimanere in linea con le discrete prestazioni dell’ultimo periodo, mettere una pezza resta impossibile con due assenze pesanti come quelle di Bonaventura e Biglia. In attacco sta andando anche peggio: Higuaín vive un periodo di profonda sfiducia, anche perché manca un aiuto da parte dei compagni, mentre Cutrone, sempre e comunque molto volenteroso, deve ancora farsi le ossa per essere decisivo anche contro squadre ordinate e basse in difesa come il Bologna di ieri.

Una delle chiavi della gara, e fattore determinante per permettere ai padroni di casa di difendere con discreta facilità, è arrivata dalla mancanza di ampiezza del gioco dei rossoneri che, a causa di un Çalhanoğlu ormai smarrito e un Suso che si accende solo a fasi alterne, si sono ritrovati spesso a provare a sfondare nelle affollate vie centrali. Una soluzione completamente inadatta visto il canovaccio della gara, ma che nessuno è riuscito a cambiare nel corso della partita. E così, ancora una volta, di soluzioni offensive se ne sono viste ben poche, senza neppure la possibilità di tentare l’assalto nel finale per difendere almeno il punto con l’uomo in meno.

Lo 0-0 finale, deprimente per il pubblico del Dall’Ara, testimonia ulteriormente un dato ben visibile da settimane: il Milan sta arrancando e sta provando a trascinarsi in avanti in attesa di gennaio. Il mercato invernale, pur non ideale per definire affari di peso, è l’attesa boccata d’ossigeno di cui squadra e tifosi hanno maggiormente bisogno anche soltanto sul piano psicologico. Perché le indiscrezioni sono tante, alcune pure suggestive, ma viene da chiedersi fino a che punto realizzabili nel poco tempo a disposizione. Gattuso, però, ora può soltanto pensare al campo e l’obiettivo resta quello di provare a difendere un quarto posto che sarebbe, in ogni caso, un ottimo risultato. Salvare il salvabile, insomma, a partire dalla sfida casalinga contro la Fiorentina del prossimo week-end, da affrontare in una situazione di crisi a centrocampo senza precedenti nell’era Gattuso con le assenze di infortunati e degli squalificati Kessié e Bakayoko.