Home » La scommessa Solskjær, più di un semplice traghettatore

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Con il Manchester United ha segnato 126 gol. Tutti si ricordano quello che valse la Champions League del ’99, nei cinque minuti roventi del Camp Nou, quando contro il Bayern Monaco la ribaltarono lui e Teddy Sheringam nel finale. Ole Gunnar Solskjær è stato un cuore red devils, e uno dei calciatori più forti di sempre della Norvegia. Lo chiamavano la riserva di lusso. Sir Alex Ferguson ammirava la sua attenzione al gioco e alla tattica, quando scaldava la panchina prima di entrare ed essere spesso decisivo, proprio come fece quella notte di 19 anni fa. Ora è il nuovo allenatore di una squadra in cui ha militato per 12 anni. Appena tornato a Manchester, ha subito la responsabilità di far ripartire una formazione in difficoltà, stavolta seduto in panchina. Sarà il traghettatore fino al termine della stagione dopo il fallimento di Mourinho.

Nessuno si aspetta che sia lui a rompere la maledizione del post Ferguson. Fu lui a regalargli la prima Champions dopo 13 anni di attesa, quando il calcio aveva più pazienza. Ora si trova in una nobile decaduta di un calcio europeo, a cui non bastano FA Cup ed Europa League per essere in linea con i fasti del passato. Potrebbero non bastare a tifosi e proprietà il suo cuore e la conoscenza dell’ambiente. Molti sognano il grande nome per il prossimo anno, pochi puntano su un norvegese che dopo essere rimasto nell’ambiente allenando giovanili e riserve, ha una sola e fallimentare esperienza in Premier League, una retrocessione con il Cardiff City. Nel palmares di tecnico solo 4 trofei in Norvegia.

Quando lasciò il calcio lo salutarono più di 68mila persone all’Old Trafford. E sabato esordirà, ironia della sorte, proprio in casa della sua ex squadra. In Galles potrebbe non esserci lo stesso calore del giorno del suo congedo. Ciò che non mancherà sicuramente sarà l’aspettativa su un gruppo chiamato a mostrare gli attributi e a dimostrare di non essere così svilito come lo aveva raccontato Mourinho. In questo momento, per affrontare l’ennesima stagione fuori dalla lotta per il titolo, serve polso duro e ordine. Bisognerà recuperare i big come Pogba e stringersi attorno lo zoccolo duro. Serviranno anche talento e sagacia da stratega per mettere i bastoni tra le ruote al Psg negli ottavi di Champions. Perché l’Europa potrebbe essere, di nuovo, la carta di Solskjaer per non essere un semplice traghettatore.