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La ricetta per il Totocalcio del futuro

Per tutti dopo una certa età inizia il classico periodo dei rimpianti e dei ricordi. Per i calciofili della mia generazione, cresciuti durante le notti magiche decantate da Edoardo Bennato e Gianna Nannini, la memoria ha riservato un posto speciale per 90° Minuto e per quel piccolo foglio di carta composto da una sequenza di partite e da tre simboli inconfondibili: 1, X, 2. Il riferimento è chiaramente al Totocalcio, il più celebre dei giochi a pronostico, nato nel 1946 grazie a un’idea del giornalista triestino Massimo Della Pergola. In tanti abbiamo trascorso le domeniche pomeriggio attaccati alla radio ad ascoltare quel ping pong di voci tra Ameri e Ciotti, intervallate da rombi di tifo che anticipavano l’annuncio di un gol da un campo collegato. In nostra compagnia c’era quel fogliettino con i nostri pronostici e una flebile speranza racchiusa in quelle colonne di tredici righe ciascuna.

Il futuro del Totocalcio adesso è al bivio. Con un emendamento il Governo è pronto a un restyling del gioco; un ultimo disperato tentativo di riportare in vita uno strumento che da anni è in agonia, colpito a morte dalla legalizzazione delle scommesse sportive e dall’avvento del miliardario Superenalotto. La schedina non andrà in pensione come in molti avevano dichiarato ieri, ma avrà una seconda possibilità, un’opportunità di riscatto. Un’impresa davvero ardua, perché i picchetti e le diverse tipologie di scommesse – dal classico 1, X, 2 agli over 2.5 passando per i pronostici sui marcatori – hanno da tempo scalzato tutti gli altri giochi sportivi. Far rinascere negli italiani la passione del Totocalcio è praticamente impossibile, però si può sempre tentare un cambiamento radicale che mantenga solo una parte del gioco naturale. Serve un gioco semplice, facile anche per chi ha poche competenze in maniera calcistica ma vuole tentare comunque la fortuna. Il montepremi deve far sognare, regalando tredici milionari come fu con i famosi Sei del Superenalotto finiti addirittura sulle prime pagine dei giornali. Infine deve essere possibile anche ottenere delle piccole vincite, come nel caso del “2” o del “3” al Supernenalotto; cifre insignificanti dal punto di vista quantitativo, ma capaci di dare piccole soddisfazioni ai giocatori, perché spesso è questo ciò che cercano nei giochi. Ovviamente il nuovo gioco deve combattere o evitare eventuali dipendenze. Ecco gli ingredienti necessari per creare il Totocalcio del futuro. Se il progetto avrà fortuna sarà a tutto vantaggio dello sport italiano, perché è lui il destinatario degli introiti. Una sorta di autotassazione dei cittadini italiani a favore di tutti i movimenti sportivi nostrani, che negli ultimi anni hanno risentito del peso della crisi economica.