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Milik è l’oro di Napoli, al Cagliari resta solo la prestazione

Diciamolo subito: non è stata una partita facile per il Napoli di Ancelotti. Vuoi per la rivalità storica tra le tifoserie, vuoi perché la Sardegna Arena in questa stagione non era ancora stata violata da nessuno, vuoi per l’eccessivo turnover attuato da Ancelotti. Se consideriamo Hysaj, Albiol, Hamšík, Callejón, Mertens e Insigne dei titolari di questo Napoli, beh, ieri allora gli azzurri si sono presentati con sei titolari in panchina. Poi ci vien difficile pensare a Ghoulam, Diawara, Zieliński e Ounas come a delle riserve, questo è altrettanto vero, ma l’undici scelto da Carletto per iniziare il match contro il Cagliari ha quantomeno fatto storcere il naso a tanti. Non a torto, tra l’altro, considerando le difficoltà palesate dagli azzurri per gran parte della gara.

Di contro un Cagliari che invece è stato costretto a cambiare, perché mancavano Srna e Ceppitelli, squalificati, e Pavoletti, il grande ex, infortunato, al pari di Lykogiannis e di Castro. Eppure, Maran ha gettato nella mischia undici guerrieri che per lunghi tratti di gara se la sono giocata alla pari con i più quotati avversari. Anzi, nel primo tempo possiamo tranquillamente dire che i rossoblù, pur lasciando al Napoli la gestione della gara, si sono fatti preferire, rischiando poco e niente e rendendosi pericolosi dalle parti di Ospina già dopo una decina di minuti, con Faragò che da posizione defilata ha calciato in faccia al portiere colombiano, invece che provare l’assistenza per Farias, meglio piazzato a centro area.

Un Napoli sornione, forse presuntuoso di poter vincere a mani basse anche con le “riserve” contro un Cagliari incerottato e senza il suo attaccante migliore, un Napoli che nella ripresa ha dovuto inevitabilmente rimboccarsi le maniche. Di fatto, l’avvio del secondo tempo è stato veemente, là sì che si sono visti sprazzi del miglior Napoli: Ruiz, Malcuit e Zieliński hanno pigiato sull’acceleratore, mandando in affanno la difesa rossoblù. Gli azzurri hanno creato tanto dalle parti di Cragno: lo stesso Fabián Ruiz, Milik in più occasioni, fra le quali anche una traversa di testa, e Zieliński non hanno trovato la porta. Il Cagliari ha barcollato come un pugile dopo una scazzottata, ma non è crollato. E una volta passato il peggio, trascinato da un Barella sontuoso, ha anche creato qualcosa di buono, come il colpo di testa di Farias, dimenticato dai centrali napoletani, che è terminato alto.

Col passare dei minuti, lo 0-0 diventava sempre più probabile, anche perché gli ingressi di Mertens, Insigne e Callejón non avevano sortito gli effetti desiderati. C’è una cosa, però, che Ancelotti non ha sbagliato ieri sera, ovvero la decisione di lasciare in campo Milik fino al fischio finale. Già, perché in pieno recupero, Mertens si è procurato una punizione sui venti metri e sulla sfera ci è andato proprio il numero 99. Sinistro a giro a scavalcare la barriera, Cragno non ci arriva ed è 1-0. Troppo tardi per il Cagliari per tentare una nuova impresa come contro la Roma: vince il Napoli, che si riporta a meno 8 dalla capolista ed espugna per la prima volta in questo campionato il fortino rossoblù della Sardegna Arena.

Continua a sorridere, invece, Milik: per lui è l’ottavo centro in campionato, il quarto nelle ultime tre partite. Il polacco si è preso il Napoli e finalmente il Napoli sta godendo del miglior Milik. In una serata nata non proprio sotto i migliori auspici, la sua punizione è oro colato per i partenopei, un colpo da biliardo da 3 punti che consente ai suoi di confermare il secondo posto e impedisce alla Vecchia Signora di scappare a +10. Doccia fredda, invece, per il Cagliari, autore comunque di una grande prova di squadra, nonostante le assenze. Ai rossoblù, a parte l’amaro in bocca, resta la consapevolezza di aver giocato alla pari contro una grande del campionato, una prestazione di gruppo in cui si vede la mano di Maran e che fa ben sperare per il futuro.