E quindi uscimmo fuori a riveder i tre punti. Parafrasando un celebre maestro quale Dante Alighieri, il più famoso fiorentino nel mondo, la Fiorentina esce dal proprio inferno fatto principalmente di pareggi e ritrova la vittoria nel derby con l’Empoli dell’ex Iachini. È stata la partita del gol sbagliato, gol subito in cui una delle tradizionali leggi non scritte del calcio giocato ha avuto la sua massima rappresentazione.
Nel primo tempo Vitor Hugo si è incuneato di testa indisturbato nell’area empolese mancando completamente lo specchio della porta; pochi minuti dopo è arrivato il gol del momentaneo vantaggio ospite. Nella ripresa la scena si è ripetuta a parti invertite. Antonelli ha avuto a disposizione una ghiotta occasione da sinistra, ma la sua è stata la tipica conclusione del terzino poco abituato a spedire la sfera nella porta avversaria. E la Fiorentina ne ha approfittato segnando successivamente il gol del 2-1 con Simeone.
Una Fiorentina in emergenza, senza Milenkovic e Veretout, è riuscita ad avere la meglio di un Empoli arcigno, potente a centrocampo e aggressivo nei pressi dell’area viola. Caputo sta dando quel valore aggiunto che sta permettendo alla squadra di Iachini di fare il salto di qualità rispetto alle prime giornate; un avversario scomodo in area su cui la difesa viola ha dovuto sudare molto. Nel complesso la prestazione gigliata è valutabile con una serie di alti e bassi. Le note positive provengono da Mirallas, onnipresente in fase offensiva, dinamico al punto giusto e capace di mettere un po’ di pepe nelle fasi d’attacco con i suoi movimenti, al punto di farsi trovare presente in occasione del primo gol viola. La sua presenza non ha fatto rimpiangere per nulla Pjaca, anzi mai come oggi appare in pole position sul croato per ricoprire il lato sinistro del tridente fiorentino.
Va in gol anche Simeone dimostrando, qualora ce ne fosse bisogno, che questo giocatore ha bisogno di maggiori palloni alti per acquistare fiducia. Peccato che quel gesto di azzittire i tifosi abbia finito per rovinare tutto nonostante le scuse del giocatore nel dopo partita. I mugugni del popolo viola non sono campati in aria, la squadra ha dichiarato di volere l’Europa e l’attacco ha viaggiato a quote che non rispecchiano tale obiettivo; quell’insoddisfazione in tribuna è istintiva di una pazienza arrivata davvero al limite e indispettita da una squadra con poco mordente dalle parti dell’area di rigore avversaria.