Dopo l’eliminazione in Champions League e la retrocessione in Europa League, qualche voce sul futuro di Luciano Spalletti ha iniziato a circolare. Infatti, all’allenatore dell’Inter si critica l’intero ultimo periodo nerazzurro, durante il quale Icardi e compagni hanno sconfitto solo il Frosinone, totalizzando per il resto 3 pareggi e 3 sconfitte. Troppo poco, probabilmente, per pensare a un esonero. Ma ci sono altri motivi che potrebbero spingere Suning a sostituire il tecnico di Certaldo. Vediamo quali.
Il ritorno dell’Inter in Champions League ha dimostrato che effettivamente questa squadra può giocarsela con i migliori d’Europa. Barcellona e Tottenham non hanno passeggiato sui nerazzurri, che, però, devono abbandonare la massima competizione europea. L’entusiasmo scaturito dalle prime due esaltanti vittorie si è incagliato contro lo scoglio del Camp Nou e non è tornato quando Icardi ha riacciuffato sull’1-1 i Blaugrana, nella sfida di ritorno a San Siro. Il pareggio interno con il PSV ha dato un messaggio palese: l’Inter si è auto-eliminata. I problemi dei nerazzurri non sono stati tattici o tecnici, ma mentali. La prima accusa, dunque, è questa: Spalletti sarebbe responsabile della scarsa mentalità dei suoi, evidentemente non pronti a certe sfide.
La rosa nerazzurra di questa stagione presenta una caratteristica differente rispetto a quella della scorsa: ha diversi sostituti al livello dei titolari. In attacco, infatti, Lautaro permette a Icardi di riposare, così come nella linea dei trequartisti Keita e Politano hanno portato molta qualità, che può non far rimpiangere Candreva o, perché no, Perišić. Discorso simile per il reparto arretrato, perché gli arrivi di de Vrij, Asamoah e Vrsaljko hanno permesso di alzare il livello tecnico. Per merito del lavoro estivo della società, quest’anno Spalletti non si ritrova più a dover schierare Ranocchia e D’Ambrosio al centro della difesa per eccessive emergenze. Lo sforzo dirigenziale, però, non può essere ripagato con un campionato allo stesso livello di quello passato, ma richiede un salto in avanti. Infatti, Suning vuole continuare nel progressivo percorso di crescita di tutto il club e un eventuale rallentamento potrebbe costare caro proprio a Spalletti.
Le aspettative per il futuro, poi, sembrano ancora maggiori con l’arrivo di Beppe Marotta. Il nuovo amministratore delegato dell’Inter detiene un curriculum di tutto rispetto ed è stato ingaggiato per far impennare ulteriormente la crescita della società nerazzurra. Inoltre, una delle note più positive della stagione è rappresentata dal pubblico di San Siro, che non manca di riempire i seggiolini degli spalti e che sta apportando tutto il suo supporto alla squadra. Per la società è imperativo non deludere i propri tifosi e, ancora una volta, Spalletti potrebbe finire sulla graticola nel caso in caso di proteste dal Meazza o di disattesa delle ambizioni.
Da questo sabato al 29 dicembre, fra una fetta di pandoro e un augurio, l’Inter dovrà affrontare altre quattro partite per concludere il girone d’andata: Udinese, Chievo, Napoli ed Empoli. Seppur gli occhi tendano a proiettarsi già sulla sfida del San Paolo del 26 dicembre, l’Inter è chiamata a dimostrare di essere squadra da podio della Serie A ben prima; Udinese e Chievo sono due partite che, se vuoi arrivare terzo, devi vincere. Solo in questo modo, poi, la sfida al Napoli potrà essere considerata uno scontro diretto. Inutile dirlo: se l’Inter vuole guardare in avanti e non guardarsi dietro, dalle tre sfide contro le squadre di bassa classifica deve uscire con 9 punti. E Spalletti, arrivato da esperto della situazione, ora deve giocarsi tutte le sue carte per soddisfare le probanti richieste di tutto il mondo Inter, che ha fretta di svilupparsi.