Il 2018 dell’Italbici – C come…Colbrelli
Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista, canta Caparezza. E l’artista di Molfetta ha proprio ragione, ripetersi quando tutti ti aspettano al varco è davvero ostico. Se ci riesci, vuol dire che hai della stoffa. Questo è il caso di Sonny Colbrelli. Alla sua seconda stagione nell‘UCI World Tour con la maglia della Bahrain-Merida, il corridore di Desenzano sul Garda ha confermato quanto di buono ha fatto vedere nella prima stagione. Anzi, ha migliorato.
Un miglioramento denotato in primis dai numeri. Una vittoria in più, quattro anziché tre. Un elenco che comprende una tappa al Dubai Tour, una al Giro di Svizzera, il bis alla Coppa Bernocchi e il perentorio successo al Gran Piemonte. Poi, come lo scorso anno, mette a referto sette secondi posti. Ma due di questi ultimi sono da cerchiare con il canonico circoletto rosso. Perché sono giunti in due tappe del Tour de France, nella 2/a a La Roche sur Yon e nella 5/a a Quimper. E in entrambe le occasioni a beffarlo è stato Sua Maestà Peter Sagan.
Ma proprio la Grande Boucle ha manifestato pienamente il salto di qualità che Colbrelli ha compiuto in questo 2018. Con una squadra che – almeno fino alla maledetta caduta sull’Alpe d’Huez – era tutta giustamente al servizio del capitano Vincenzo Nibali, il veneto è riuscito a essere competitivo in quella che Giancarlo Ferretti, il decano dei direttori sportivi, definisce come l’Università per un corridore dalle caratteristiche di Colbrelli (velocista che sa anche difendersi molto bene sugli strappi e nelle tappe che presentano qualche difficoltà altimetrica). Il desenzanese è passato a essere, nel giro di 12 mesi, da corridore che al massimo poteva aspirare a un piazzamento nei primi 10 a un vero e proprio punto di riferimento nella corsa più importante al mondo. Non è poco, non è per niente poco.
Soprattutto se si pensa che il Mondiale 2019 nello Yorkshire si sposa perfettamente con le sue caratteristiche. Inutile girarci attorno, la competizione iridata sarà il fulcro della stagione di Colbrelli. Il veneto sa benissimo che questo potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazione. Un anno da non sbagliare assolutamente.