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Il primo Genoa di Prandelli resiste in dieci alla SPAL pareggiando 1-1

Cesare Prandelli torna in Serie A dopo otto anni e lo fa mettendosi alla guida del Genoa dopo gli esoneri in rapida successione di Ballardini e Jurić, il primo incomprensibile, il secondo inevitabile.

Avversari di giornata una SPAL certamente non in gran forma ultiammente. L’avventura dell’ex allenatore dell’Italia non parte sicuramente con la miglior sorte visto che dopo solo undici minuti Pasqua espelle Criscito, forse eccedendo con la sanzione, per un intervento fuori tempo a gamba tesa su Schiattarella. I ferraresi ne approfittano passando in vantaggio col colpo di testa di Petagna al 15′, ma l’uomo in più si rivelerà meno decisivo del previsto per la squadra di Semplici. Un’ingenuità in difesa di Lazzari infatti porta Fares ad atterrare Romero in area e Pasqua ad assegnare il calcio di rigore dopo aver consultato il VAR. Piątek trasforma facendo undici in campionato.

L’uomo in più di questo Genoa in questa fase si conferma però ancora Kouamé, bravissimo a far salire i rossoblù con i suoi continui allunghi in contropiede. Nel secondo tempo la SPAL ha fatto la partita, ma ha faticato moltissimo nel costruire occasioni pericolose in area di rigore. Molte conclusioni sono allora arrivate dalla distanza, non certo la specialità della casa visto che la SPAL ha segnato un solo gol in questo modo in stagione.

Il pareggio comunque non serve a nessuna delle due: il Genoa infatti allunga a nove la striscia di partite senza vittorie, sei invece quelle della SPAL.

Prandelli, che oggi ha schierato la squadra col 3-5-2 ereditato da Jurić, avrà molto lavoro da fare in vista della trasferta di Roma. Il nuovo allenatore può però essere soddisfatto dell’atteggiamento dei suoi giocatori nel secondo tempo, che hanno tenuto bene il campo nonostante l’uomo in meno.

Ovviamente tutto però è fine a sè stesso per i rossoblù con questa proprietà: essere al terzo allenatore a dicembre e cambiare i giocatori come fossero figurine non può che creare una continua e infinita confusione.