Home » Il romanticismo della FA Cup

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La più antica competizione calcistica, nata nel 1871, ancora in grado di primeggiare in quanto a format, spettatori e fascino: l’FA Cup è ormai da sempre un modello difficile da imitare con la sua antichità come primo punto di forza e la tradizione inglese da fare da contorno.

736 squadre partecipanti, da luglio fino alla finale di maggio a Wembley, per un totale di 735 partite: dai primi di turni di qualificazione aperti alle squadre dilettanti fino al terzo turno del torneo principale con l’inserimento delle squadre di Championship e Premier League.

Delle 137 edizioni finora disputate, ben 13 sono state appannaggio dell’Arsenal, squadra che detiene il record di vittorie, mentre la passata stagione ad alzare il trofeo è stato il Chelsea di Antonio Conte.

 

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Paragonare l’FA Cup alla nostra Coppa Italia è utopistico, anche se imitarla non sarebbe impossibile: solitamente si tende a sbagliare sottolineando il fatto che i top team giocano già troppe partite durante l’anno, ma usando in Italia il format inglese le squadre più blasonate che arriverebbero in fondo alla competizione dovrebbero disputare soltanto due partite in più.

Dovrebbero dicevamo, perché una delle differenze principali sta nel fatto che in caso di parità la partita si rigiochi a campi invertiti in un’altra data (replay), intasando ancora di più un calendario già fitto di eventi. Ma l’organizzazione inglese non ha eguali e non ci sono mai stati problemi anche se negli ultimi anni qualcuno ha iniziato a storcere il naso.

Un’altra differenza che rende imbattibile l’FA Cup sono i sorteggi: prima di tutto perché sono dei veri e propri eventi, poi anche perché non hanno teste di serie e quindi anche le big si possono affrontare fin da subito aumentando lo spettacolo in campo e anche la possibilità che qualche squadra delle serie minori riesca ad arrivare molto avanti con qualche intreccio fortunato, come molto spesso accade.

Il lato economico è solo la ciliegina sulla torta: gli stadi sono sempre pieni (e qui noi sbagliamo soprattutto perché ci ostiniamo a proporre Inter-Bevenento con San Siro semi vuoto piuttosto che Benevento-Inter in un Vigorito gremito) e i diritti tv vengono venduti a peso d’oro facendo così aumentare anche i premi man mano si accede ai turni successivi.

La ripetitività, la capacità di creare e conservare tradizioni è sicuramente decisiva e l’FA Cup è l’emblema storico di un calcio puro e affascinante: la possibilità di vincere contro chiunque, sorprese dietro l’angolo e il senso magico che sarà il semplice pallone e non solo i soldi a decretare il vincitore.