Il ritorno di Prandelli: rivincita personale o Ventura bis?
Cambia l’allenatore del Genoa, ma la novità non è di certo questa. Dopo appena due mesi dall’inizio della sua terza avventura sulla panchina Rossoblù, per Ivan Jurić è già arrivato il momento dell’addio. Stavolta però per sostituirlo, Enrico Preziosi non ha pensato al solito ritorno di Ballardini, ma ha invece rispolverato Cesare Prandelli, assente su una panchina di Serie A dal lontano 2010.
Lecce, Verona, Venezia, Roma, ma soprattutto Parma e Fiorentina, esperienza, quest’ultima, che lo rese l’allenatore più vincente della storia Viola. Il passato nel nostro campionato è sicuramente più che positivo per Prandelli, uomo pacato in grado di farsi amare da tifoserie e calciatori. Il bel gioco espresso a Parma e Firenze, viene ancora ricordato con piacere nelle due piazze, anche se il resto d’Italia non ha nei suoi confronti gli stessi affettuosi sentimenti. I quattro anni da CT Azzurro, hanno sicuramente influito sul parere del pubblico, nonostante dei risultati non proprio da buttare. Dopo il fallimentare Lippi Bis dei Mondiali del 2010, Prandelli ebbe il coraggio di trasformare l’Italia e di provare a rilanciarla sulla vetta del mondo. Il suo codice etico aveva convinto tutti, così come la decisione di puntare tutto su Mario Balotelli, che regalò al tecnico la più grande gioia della carriera ma anche la peggior delusione. Euro 2012 rappresentò infatti solo una grande illusione. Gli Azzurri arrivano in finale grazie soprattutto a Super Mario e alla sua doppietta contro la Germania, e nonostante la sconfitta in una finale dominata dalla Spagna, in quel momento si pensava all’inizio di una nuova era trionfale. Tutto smentito e svanito come un incubo due anni dopo. Il Mondiale brasiliano comincia bene ma finisce tremendamente, complice anche una vigilia piuttosto turbolenta. L’esclusione di Pepito Rossi, le troppe voci di uno spogliatoio spaccato a causa proprio dei suoi pupilli Balotelli e Cassano, tutte questioni che diventano ingestibili e si trasformano in una grande figuraccia. Si va a casa dopo le sconfitte con Costa Rica e Uruguay, e per Prandelli è la fine dell’avventura Azzurra.
La critica si scaglierà contro di lui anche qualche tempo dopo, rendendogli difficile il ritorno alla vita da allenatore a tempo pieno. Le esperienze con Galatasaray e Valencia sono fallimentari, e Prandelli inizia a mostrare anche un lato meno pacato del suo carattere. A non renderlo l’allenatore meno apprezzato dagli italiani, c’ha pensato Gian Piero Ventura, colui che ha avuto la possibilità di rilanciarsi il Serie A ma l’ha sfruttata decisamente male. Il passato li accomuna. Il futuro? Prandelli sicuramente si augura di no.