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La sfida decisiva del FFP: tutto quello che c’è da sapere sul caso del Manchester City

Prima l’esplosione del caso Football Leaks, ora la garanzia dell’UEFA e del presidente Čeferin di voler andare a fondo alla questione. Sono settimane molto calde in casa Manchester City, forse decisive per il futuro della squadra di Guardiola che, mentre in campionato continua a collezionare vittorie su vittorie, non può non rivolgere uno sguardo preoccupato a quanto accade anche lontano dal campo. Secondo le ultime voci, l’indagine indipendente relativa alle sponsorizzazioni truccate da parte della dirigenza dei Citizens per scavalcare le normative del Fair Play Finanziario sarebbe ormai vicina alla conclusione. E ora, sembrano aprirsi persino le porte a una clamorosa e rumorosa esclusione degli inglesi dalle coppe europee del prossimo anno.

La manovra ora al centro delle indagini, operata dallo sceicco Mansour e dalla sua dirigenza, risalirebbe al 2014, quando i Citizens si sarebbero ritrovati a “gonfiare” e modificare il proprio bilancio in maniera scorretta, inserendo anche finte sponsorizzazioni, per scongiurare una squalifica per la Champions League dell’anno dopo. Un “trucco” adottato anche per pagare lo stipendio dell’allora tecnico Mancini, di cui avevamo già parlato circa un mese fa. Non parliamo certamente di azioni sottobanco esclusive del Manchester City, visto che di casi simili negli ultimi anni se ne sono visti diversi, più o meno rumorosi, a partire dall’altro grande nome emerso dall’inchiesta di Football Leaks, il Paris Saint-Germain. Ma forse ora le prove rischiano di essere ancora più importanti importanti, mettendo l’UEFA e il Financial Fair Play davanti alla più grande sfida della propria storia: richiamare all’ordine ed eventualmente escludere uno dei giganti del calcio mondiale contemporaneo.

Quando si concluderà ufficialmente l’inchiesta non è ancora noto. Čeferin ha parlato di una “risposta che arriverà molto presto”, facendo intendere che l’indagine sia a buon punto, ormai prossima a rendere pubbliche tutte le informazioni acquisite. Ma la verità è che al momento non solo non si sa quando potrebbe arrivare una sentenza punitiva di una gravità di livello pari a una squalifica, ma non si è nemmeno certi che le prove saranno sufficienti per bloccare i Citizens con un’esclusione dalle coppe europee. E la soluzione gira attorno a una questione centrale: il fatto che il Manchester City abbia già ricevuto una multa proprio nel 2014 per aver violato il FFP. In altri termini, significa che l’indagine dovrà portare alla luce dei fatti nuovi e così gravi da rendere inevitabile un aggravamento della pena stabilita ormai 4 anni fa, arrivando a dedurre che una semplice multa non avesse avuto un impatto adeguato rispetto all’infrazione commessa.

Non va nemmeno esclusa la possibilità di pene intermedie, meno gravose di una squalifica da un torneo come la prestigiosa Champions League: si potrebbe così valutare anche una sottrazione di punti in classifica o un blocco sul mercato per una o più sessioni. Pene certamente più importanti di quelle multe che risultano ormai irrisorie per i bilanci di giganti economici simili, ma tutto sommato più tollerabili se si considerano la posizione in classifica dei Citizens o la straordinaria completezza della propria rosa, certo non bisognosa di nuovi innesti. Ma, anche su questo aspetto, resterà decisivo il peso delle prove che emergeranno dalle indagini.

Ciò che potrebbe scuotere le acque in maniera decisiva, però, sarebbe una piena conferma da parte dell’indagine indipendente delle prove emerse da Football Leaks. Una falsificazione simile del bilancio si presenterebbe come un affronto senza precedenti da parte della dirigenza del Manchester City, assolutamente non tollerabile da parte dell’UEFA e del FFP. E sarebbe a quel punto che Čeferin e i massimi dirigenti del calcio europeo, dopo aver fatto la voce grossa con squadre come Málaga, Galatasaray, Sion, Panathinaikos o, in ultimo, Rubin Kazan, si ritroverebbero di fronte a uno scontro vitale per la credibilità propria e del progetto del Fair Play Finanziario, già da tempo nel mirino di diverse società per la sua scarsa efficienza e per la poca equità di trattamento tra “big” e piccole d’Europa. Dando probabilmente il via a una feroce battaglia legale proprio con la società inglese.

Ma chi sostituirebbe i Citizens in caso di esclusione dalle coppe europee del prossimo anno? Il regolamento UEFA è chiaro sul punto, indicando la quinta classificata in Premier League come la sostituta per il quarto posto in Champions League, e a scalare le altre squadre per l’Europa League. Al momento, dunque, sarebbe il Tottenham a godere di questo “scambio”, ma un’eventuale squalifica del City metterebbe anche fine a quell’appassionante lotta per il quarto posto a cui stanno dando vita proprio gli Spurs contro Arsenal, Chelsea e, in parte, Liverpool. Ma per il momento, pensare alle conseguenze di una pena così grave e al momento quasi impensabile è un semplice esercizio di fantasia.