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Circo CONMEBOL

È diventata ufficiale giovedì 29 novembre la notizia che la finale di ritorno di Copa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors si giocherà al Santiago Bernabeu di Madrid. No, non è uno scherzo. La CONMEBOL ha infatti deciso che dopo gli incidenti la partita andasse giocata all’estero e dopo aver valutato diverse opzioni (tra cui Asunción e Doha) ha scelto di puntare su Madrid.

In una vicenda tanto triste quanto ormai comica, Domínguez e i vertici della CONMEBOL hanno dimostrato nuovamente di essere in totale confusione. La gestione dell’incontro con i fatti che ormai tutti conosciamo è stata una figuraccia planetaria, che ora si arricchisce ogni giorno di nuovi capitoli. La finale a giocherà a Madrid e questa è un’ammissione di incapacità di gestire l’ordine pubblico da parte degli organi predisposti a farlo: non sarebbero stati in gradi di far disputare la partita in Argentina o in Sud America praticamente.

Pesantissime le parole di Diego Maradona a riguardo: “Sono molto arrabbiato per questa storia. E dico ai ragazzi del River e all’allenatore, per cui nutro tantissimo rispetto, che non è una bella situazione da vivere sulla propria pelle. Perchè un domani, quando il River dovrà andare a giocare alla Bombonera, come farà ad entrare Gallardo? Come faranno ad entrare i giocatori del River? Quindi non prendiamoci in giro. A dire queste cose passo come un eroe per i tifosi del River, ma la verità è che tutti vorremmo che il calcio sia libero. E a questo Alejandro Domínguez chiedo una cosa: che cosa devo fare se la mia famiglia vuole vedere River-Boca? Dobbiamo andare tutti a Madrid? Ma mica siamo tutti Macri (presidente della Repubblica, ndr). Lo sai quanto costa una cosa del genere? E allora crea un piano di sicurezza e fai giocare la partita nello stadio del Vélez, no? La verità è che questa gente è il problema del calcio. Non sono in grado di sostenere gli incarichi che hanno, è una pazzia. Non mi va giù che Domínguez o Tapia (presidente dell’AFA, ndr) se ne vadano in giro per il mondo a parlare di pallone”.

Caos anche per quanto riguarda i tifosi: saranno ammessi quelli di entrambe le squadre. Cosa senza senso apparentemente visto che all’andata c’erano solo i tifosi del Boca Juniors. Non si capisce per quale motivo al ritorno non debbano esserci solo quelli del River Plate. Da vedere quanti riusciranno ad andare a Madrid, non esattamente un viaggio economico. L’unica “furbata” della sede scelta è che ci sono tanti argentini che vivono in Spagna.

Che questa finale sia ormai una pagliacciata è comunque sotto gli occhi di tutti. Ricordiamo che sabato scorso c’erano stati due rinvii a distanza di un’ora. La partita era poi stata spostata a domenica, salvo poi rinviarla nuovamente con i tifosi già in coda per entrare allo stadio. Siamo passati dalla “Finale delle Finali” alla “Finale senza fine”.

Era la gara che avrebbe dovuto dare all’Argentina almeno la maturità, ma la sua passione l’ha portata alla violenza. La cosa però si poteva prevedere, la CONMEBOL non sembra averlo fatto. E pensare che Macri prima dell’andata aveva detto che sarebbe stata l’occasione per dimostrare il cambiamento dell’Argentina spingendosi anche a dichiarare obsoleto il decreto che vieta le trasferte (parzialmente riprese in questa stagione) in campionato dal 2013.

In realtà niente sembra essere cambiato e questa ne è la conferma. Ora si andrà a Madrid, dove il 9 dicembre si giocherà un Superclásico di riserva, che non piace a nessuno. Doveva essere il River-Boca più bello di sempre, non lo sarà mai.